La Pistoiese riparte dal "fattore C"

Cuore, carattere e la bravura tattica di Cristiano (Lucarelli)

Prato-Pistoiese: il "cucchiaio" di Piscitella

Prato-Pistoiese: il "cucchiaio" di Piscitella

Pistoia, 23 ottobre 2014 - La Pistoiese vista a Prato nel derby di coppa Italia è piaciuta. Nel calcio conta il risultato, d'accordo, e proprio per questo gli sconfitti devono guardare altro. E' il caso della squadra di Cristiano Lucarelli che al Lungobisenzio ha tenuto testa a un avversario meno rimaneggiato e più esperto come quello pratese: ma in tutta onestà il divario non si è visto. Gli arancioni si presentavano in campo con quattro debuttanti assoluti come Olczak (1996), Celiento (il migliore per rendimento e costanza nei 120 minuti), Provenzano (Berretti, classe 1997) e Frugoli (classe 1995) e, soprattutto, con un "undici" mai visto prima: attenuanti di non poco conto soprattutto per una sfida unica e particolare come quella con il Prato. Nonostante questo i ragazzi di Lucarelli hanno mostrato grinta, cuore e spirito di sacrificio oltre che un gioco pimpante e propositivo. La gara degli arancioni a raggi X conferma questo dato: conclusione alta di Saric al 17', tiro da 30 metri di Ciciretti al 19', destro di Coulibaly non trattenuto da Ivusic prima del provvidenziale intervento della retroguardia pratese a "spazzare" l'area per il primo tempo, carambola su Coulibaly al 52', destro di Celiento da lontano al 56' e al 71', Ciciretti da lontano all'80', combinazione Ciciretti-Celiento-Piscitella con tiro ravvicinato addosso a Ivusic all'81', campanile di Ciciretti sventato da Ivusic all'84' per la ripresa e altro spunto di Celiento al 107', punizione di Di Bari al 112' e serpentina di Piscitella al 120' per i supplementari. Insomma, la Pistoiese poteva uscire dal campo con più di una rete all'attivo, siglata da Coulibaly a due minuti dal 90' nell'ennesima scorribanda arancione. 

"FATTORE C". Guardando la gara, quindi, non è sbagliato parlare di una Pistoiese tutta cuore e carattere. Lottare con generosità per 120 minuti è una dote da grande squadra, giocare a viso aperto in trasferta e perlopiù a Prato senza tremare sotto i colpi degli avversari (ripetiamo, meno rimaneggiati) è dimostrazione di solidità anche a livello mentale. Ecco perché parliamo di "fattore C", vale a dire cuore e carattere. Ma "c" è l'iniziale di Cristiano (Lucarelli), nocchiero di questa banda di giovani di belle speranze a caccia di un trampolino di lancio. Il mister arancione ieri nel post partita ha elogiato i suoi ragazzi definendosi orgoglioso di allenare un gruppo del genere. Si è complimentato con la squadra per approccio, gioco e tenuta del campo e, soprattutto, per l'atteggiamento "commovente" mostrato nella continua ricerca del gol, nonostante lo stremo delle forze. 

Ma se la Pistoiese ha impressionato al Lungobisenzio è anche merito del suo tecnico, quel Cristiano che riesce a motivare i suoi come pochi sanno fare (anche da calciatore era un trascinatore) e che sa come valorizzarli con cambi di modulo o di assetto. Già, perché la mano del tecnico si è vista nell'atteggiamento di Frugoli, giovane ed esordiente ma generoso fino alla fine, nella grinta di Saric, dall'indole non troppo aggressiva ma combattivo nei momenti cruciali del derby, nell'abnegazione di Coulibaly, a volte non bello a vedersi nei fondamentali tecnici ma sicuramente sempre l'ultimo a mollare, e nello spirito di sacrificio della squadra soprattutto dopo l'espulsione di Piana, giocatore di qualità e temperamento che fino al cartellino rosso aveva respinto al meglio le avanzate pratesi. Insomma, cuore, carattere e Cristiano sono state le armi degli arancioni nel derby pratese: il Teramo è avvisato.