'Spettacolo gender per bambini': esplode la polemica

E' inserito nel cartellone delle attività extrascolastiche. 'Famiglie poco informate'

Lo spettacolo nel mirino

Lo spettacolo nel mirino

Pistoia, 10 gennaio 2017 - L’omosessualità, la diversità, il rapporto conflittuale con genitori e coetanei, tutto raccontato in uno spettacolo teatrale a bambini di elementari e medie. «Fa’afafine- Mi chiamo Alex e sono un dinosauro», prodotto dal teatro Stabile di Napoli e dallo Stabile del Friuli Venezia Giulia (testo e regia di Giuliano Scarpinato), è il titolo scelto dall’associazione teatrale pistoiese per il terz’ultimo appuntamento, nella Capitale della cultura, della rassegna annuale «Piccolo Sipario» dedicata ai ragazzi delle scuole. Stop a supereroi, principesse e draghi, il 26 e 27 gennaio bambini dai 10 in su avranno a che fare «Con Alex White che non ha ancora deciso se essere un ragazzo o una ragazza».

Una scelta che ha suscitato dubbi e polemiche nelle famiglie che hanno letto la trama della storia, polemiche, poi, sollevate pubblicamente da due consiglieri comunali del territorio. Nel caso delle proiezioni mattutine di «Piccolo Sipario», infatti, è a discrezione delle insegnanti, più che dei genitori, scegliere se assistere o no allo spettacolo in cartellone. Le famiglie vengono informate soltanto dell’uscita dalla scuola.

«Da padre trovo agghiacciante il fatto che si vogliano imporre certe visioni ai bambini senza averne debitamente discusso con i genitori e aver ottenuto il benestare – tuona Alessandro Tomasi, consigliere di opposizione a Pistoia -. Trovo pericoloso che un ente come l’Atp si proponga di divulgare la teoria gender e scorretto che lo si faccia passare come uno spettacolo che educa contro il bullismo, all’educazione sessuale e alla tolleranza. Lo spettacolo in questione, su un tema tanto delicato come l’identità sessuale, non ha infatti niente a che vedere con l’insegnamento del rispetto e al riconoscimento delle libertà individuali».

Ha chiesto chiarezza anche la consigliera di Serravalle Pistoiese, gruppo Fratelli d’Italia, Elena Bardelli: «Ancora una volta il pensiero gender cerca di insinuarsi subdolamente nel mondo della scuola, questa volta assumendo il volto di un progetto «utile». E che motivo c’è di affrontare queste tematiche sessuali, per di più con studenti di età infantile, per educare al rispetto e all’accoglienza? Prima di aderire al progetto le scuole hanno informato le famiglie sul contenuto e le finalità della pièce?».

Difende la propria scelta il direttore artistico dell’Associazione teatrale pistoiese, Saverio Barsanti: «Si tratta di uno spettacolo che ha ricevuto riconoscimenti nazionali nell’ambito degli spettacoli per i ragazzi. Per la delicatezza dei temi affrontati abbiamo deciso di inserirlo solo nella programmazione mattutina escludendo quella della domenica pomeriggio dove vengono famiglie spesso ignare dei temi che vengono affrontati durante lo spettacolo. Gli insegnanti sono stati preventivamente informati. Sono già diverse le classi delle medie, delle quinte elementari e persino delle superiori che hanno prenotato un posto. Voglio inoltre sottolineare – conclude – che questo spettacolo è stato realizzato da professionisti ed ha ricevuto persino il patrocinio dell’Amnesty International proprio per come sono stati trattati stereotipi e pregiudizi di genere che provocano fenomeni di odio nella quotidianità».