Romei confessa: "Mi ha rovinato il gioco"

Colpevole di peculato e rovinato dal gioco d’azzardo. L'avvocato della difesa chiede i domiciliari

PECULATO Alberto Romei è stato arrestato dalla Guardia di Finanza

PECULATO Alberto Romei è stato arrestato dalla Guardia di Finanza

Pisa, 17 maggio 2017 - COLPEVOLE di peculato e rovinato dai debiti e dal gioco d’azzardo. Ha confessato tutto davanti al giudice per le indagini preliminari Giulio Cesare Cipolletta, durante l’interrogatorio di garanzia che si è svolto ieri mattina nella casa circondariale Don Bosco dove si trova detenuto da venerdì scorso quando venne arrestato dalla Guardia di Finanza con l’accusa di peculato e di truffa. Assistito dal suo legale di fiducia, l’avvocato Andrea Callaioli, in un’ora e mezza Alberto Romei, funzionario del Comune di Cascina, ha ammesso le proprie responsabilità confermando l’ipotesi di peculato, ma non quella di truffa, e sostenendo di aver ricevuto il denaro in contante (a parte un paio di bonifici) direttamente dalle due educatrici cascinesi - una della società cooperativa onlus Trilli, l’altra della associazione Telefono Tata - indagate in concorso per questo reato, che non avrebbero percepito alcun illecito guadagno.

LE DUE DONNE - entrambe cascinesi e sui quarant’anni - ieri mattina sono state interrogate in Procura dal magistrato che coordina l’inchiesta, il sostituto procuratore della Repubblica Giovanni Porpora, al quale hanno confermato di aver dato ad Alberto Romei il denaro - la cifra è stimata dagli investigatori in oltre 260mila euro - ricevuto loro indietro dagli asili nido privati, dopo il riallineamento (ovvero il conteggio effettivo delle presenze dei bambini) e destinato a tornare nella casse del Comune di Cascina, che aveva erogato in anticipo i contributi alle strutture convenzionate.

NEL CORSO dell’interrogatorio, il cinquantaduenne Alberto Romei, originario di Castelnuovo Garfagnana, fino a poco tempo fa residente a Pisa (nel quartiere di Cisanello) e di recente a Massa e Cozzile (in provincia di Pistoia) ha anche rivelato che fine ha fatto il ‘tesoretto’ accumulato in un triennio di illecita attività. Una brutta fine perché l’ingente somma di denaro è stata dissipata al gioco: Lotto, SuperEnalotto, gratta & vinci e scommesse sportive (ma non le slot machines). Del resto, poi, quasi la totalità del suo stipendio di circa 1.300 euro al mese era eroso dalla cessione del quinto, da altri debiti e dalle spese fisse, per cui non ce la faceva più a vivere solo con quei soldi. L’avvocato Callaioli ha chiesto la concessione degli arresti domiciliari per il suo assistito e il giudice Cipolletta si è riservato).