S.Piero, la pratica è bloccata a Firenze. Ecco chi sono i colpevoli del ritardo

Progetto arenato al ‘Provveditorato’. Sfuma l’idea di un’ordinanza

RABBIA La manifestazione di protesta con la quale cittadini e autorità tentarono di promuovere il progetto

RABBIA La manifestazione di protesta con la quale cittadini e autorità tentarono di promuovere il progetto

Pisa, 20 gennaio 2018 - LE SABBIE mobili della burocrazia stritolano la rotonda di San Piero a Grado. E da parte dell’amministrazione comunale non ci sarebbe – questo è quanto si sarebbe appreso ieri mattina in sede di prima commissione controllo e garanzia – la disponibilità a procedere con una ordinanza in modo da poter realizzare (almeno) una rotatoria provvisoria - in prospettiva della stagione balneare - a tutela della sicurezza. Terapia d’urto, questa, ipotizzata e proposta nei giorni scorsi dai membri della prima commissione che – con l’intento di fare chiarezza e sbrogliare la matapssa, a seguito anche dell’ultimo incidente di qualche settimana fa – hanno effettuato l’ennesimo sopralluogo allo svincolo-killer tra la via provinciale del mare e l’ingresso della superstrada Fi-Pi-Li.

«IL SINDACO o il prefetto si prendano la responsabilità di un’ordinanza urgente per la costruzione di una rotatoria provvisoria», era stata questa tre giorni fa la richiesta della commissione che ha poi deciso di approfondire ulteriormente il ‘caso’ ieri mattina, convocando il sindaco Marco Filippeschi e il segretario generale di Palazzo Gambacorti. Entrambi, però, assenti, la posizione dell’amministrazione comunale è stata, quindi, rappresentata da Simone Consani (membro della segreteria del primo cittadino).

A confermare la situazione di pesante stallo è arrivato un documento firmato dal capo di Gabinetto del Prefetto Simonetta Castellani e indirizzato direttamente alla presidente della commissione Mirella Bronzini. Nel testo vengono ricostruiti gli ultimi passaggi della vicenda che si trascina da quasi un decennio: una lettera del 10 luglio 2017 inviata dal Prefetto al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per rappresentare l’urgenza dell’opera e la relativa risposta arrivata il 1 agosto. In questa occasione la Direzione per la vigilanza sulle concessionarie autostradali informa che il progetto è tra le carte del Provveditorato interregionale per le opere pubbliche con sede a Firenze. E’ qui che la pratica si sarebbe arenata. Dopo altri solleciti al Ministero (in novembre, da parte del Comune e non solo), la scoperta: il Cta-Comitato Tecnico Amministrativo del Provveditorato alle Opere pubbliche ha sospeso il parere in attesa di integrazioni per lo più di natura tecnica inoltrate alla società Salt (che ha elaborato il progetto). La richiesta è datata agosto 2017. E nelle successive riunioni, si apprende sempre dal documento, il progetto non sarebbe stato riesaminato «presumibilmente per mancata acquisizione delle integrazioni richieste». Una storia che va avanti tra intoppi e promesse da anni: nel luglio 2016 la manifestazione di protesta, in testa il sindaco, poi l’azione congiunta sindaco-prefetto (allora Attilio Visconti) che sembrava aver dato una accelerata. Ma è ancora tutto fermo. Un enorme, pesante punto interrogativo che continua a mettere in serio pericolo gli automobilisti.