Bufera sul Gioco del Ponte: Pucciarelli è fuori

Il capitano del San Francesco escluso dalla manifestazione

Antonio Pucciarelli

Antonio Pucciarelli

Pisa, 3 ottobre 2016 - A Tramontana soffia aria di burrasca. Con l'uscita di scena dal Gioco del Ponte di Antonio Pucciarelli si può ben dire che finisce un'epoca. Amato e odiato, temuto e apprezzato, Pucciarelli è stato parte integrante del Gioco come lo conosciamo oggi.

Con i suoi pregi e i suoi difetti. Perché quello che traspare dalle sue gesta sul Ponte – nel bene e nel male – è  sempre filtrato dalla maschera che si indossa come i panni del corteggio storico: si interpreta un ruolo, nel bene e nel male, ed è quello che si dovrebbe fare nelle rappresentazioni storiche. “Vorrei chiarire cos'è successo – afferma l'ormai ex capitano del San Francesco nella Parte di Tramontana – perché io non ho abbandonato la Parte, pur avendo ribadito diverse volte che la voglia di vestire i panni di capitano stava calando anno dopo anno".

"La rottura tra me e il comando c'è stata. Mi è stato detto che per me non c'era più posto nella Parte. Allora ho detto che, se proprio dovevo cambiare, mi sarebbe piaciuto diventare Luogotenente e seguire le orme di mio padre, ma non me lo hanno permesso. Perché, secondo qualcuno, non era mai il momento giusto. Ma se dopo 30 anni di Gioco non è il momento giusto non so quando possa esserlo. Mi è stato proposto, in cambio, di entrare nel consiglio degli anziani. Ci ho riflettuto, e quando ho capito che non avrei fatto quello che speravo, ho rifiutato. Al mio rifiuto mi è stato detto che non potevo più fare neanche il capitano”.

Nato a Tramontana, Antonio Pucciarelli è sempre stato uomo della Parte: prima nelle aquile del San Michele e poi sotto i vessilli del San Francesco. “Certe mentalità ormai le conosco – continua – , anche perché di battaglie, personali e non, ne ho sempre combattute. Ho vissuto ogni anno sempre restando della mia fede. Per me che sono una persona vanitosa e orgogliosa pesa molto ammettere di essere stato buttato fuori, ma è bene che si sappia la verità. Io alla fine ho obbedito. Già dopo il Giugno Pisano mi era stato detto che per me non c'era più posto nel Gioco. E quando una Parte intera non ti vuole più diventa pesante. Ho obbedito, come Garibaldi".

 

"Dare le dimissioni è per me segno di debolezza. Mi hanno liquidato con una telefonata. Poi, pochi giorni dopo, hanno chiesto un incontro per spiegare ai combattenti cosa fosse successo. C'è andata una delegazione. Gli è stato detto che, per motivi personali del generale, non sarei potuto rimanere. Non ho dato le dimissioni. Mi sono sempre tolto le mie soddisfazioni e comunque sono sempre stato additato per ogni problema del Gioco. Anche il magistrato Roberto Cecchi paga lo scotto di avermi sostenuto fino alla fine, visto che è lui a scegliere il capitano. Spero solo che adesso Tramontana non avrà più da pensare a Pucciarelli e focalizzi l'attenzione per sconfiggere Mezzogiorno”.

Ma secondo Pucciarelli ci sono stati altri episodi incresciosi: "Per qualunque problematica sono sempre stato additato come colpevole - si sfoga l'ex capitano del San Francesco -, e adesso è stato tirato in ballo anche il magistrato Roberto Cecchi, che mi ha sempre sostenuto. Mi è stato detto che il mio Magistrato non se la sentiva di sostituirmi, ma che avrebbe voluto. Inoltre hanno incolpato lui di alcuni problemi legati alla palestra del San Francesco e non è giusto cisto che sia la magistratura sia i combattenti hanno sempre contribuito a mantenere in piedi quel posto".

"Il comando di Mezzogiorno mi ha contatto dopo il Gioco di giugno scorso - conclude - lo ha fatto in maniera ufficiale. La proposta era legata allo spostamento del capitano del San Marco, Cristiano Scarpellini, come Luogotenente al posto di Bizzarri. Quale persona sana di mente avrebbe rifiutato? Io, però, ho Tramontana nel cuore e nell'anima e avrei accettato solo per ripicca verso chi mi aveva allontanato. Ho detto di no in memoria di chi mi ha preceduto, ma resta l'amaro in bocca per tutta la situazione".