TITTI GIULIANI FOTI
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Non si poteva fare a meno del narghilè

Il commento

Titti Giuliani Foti

Titti Giuliani Foti

Firenze, 25 giugno 2016 - Salam Aleikum (pace su di voi) fratelli e sorelle. Avrei però un dubbio: usare narghilè o shisha, è haram (proibito)? Traduco: il sapore si tiene in bocca e non si respira il fumo? No, per saperlo.

Perché a Firenze capita questo. Che in piazza Signoria esattamente sotto Palazzo Vecchio, ci siano bar e ristoranti che offrono il narghilè con contorno di caffè italiano. No, capito: tanto per conservare le tradizioni. Tutte le tradizioni. Il narghilè sta sui tavolini, portati fumanti e ciucciati dai camerieri che tolgono la loro pipetta sterile e ne piazzano un’altra, si suppone pulita. Dopo i vu’ cumprà fissi sul Ponte Vecchio e in Santa Croce che nessuno toglierà più, ecco che Firenze si arricchisce, come i Paesi orientali, dell’ultima grande moda in fatto di fumo. Il narghilè, famosa pipa d’acqua, nota anche come shisha o hookah. Oggetto molto comune tra le popolazioni musulmane – si trova in Egitto, Turchia, India, Bangladesh, Pakistan, e anche in Cina – ed associato a un rituale molto evocativo di quei Paesi, così antico che quasi si perde nella notte dei tempi. Diciamolo: non potevamo farne a meno. Dovevamo assolutamente averlo anche noi e offrirlo nei bar storici di una città la cui identità si va sempre più imbastardendo, mischiando, e in definitiva, sparendo.

Una moda, quelle delle water pipes, esplosa in tempi recenti, a ritmi brucianti, e destinata a fare tendenza anche in altre parti del mondo, per finire a fianco del Biancone in piazza Signoria. Là da dove si caldeggia il mantenimento dell’identità storica. E da dove si fa la pseudo guerra anche a kebabbari che rovinano la faccia, che sarebbe da rispettare, di un città unica al mondo. Il narghilè piace perché costa poco e si fuma in gruppo. Brucia melassa e tabacchi aromatizzati, che si spandono nell’aria: e dopo aver aspirato, ecco il classico chay. Concepiremo una app nei bar di Firenze, per stenderci sui tappeti di lana di cammello: per dare realtà alle buone idee.