Villa Massoni, ‘sos’ dei proprietari: "Quel sequestro è il colpo di grazia"

Casonato: "Si stavano aprendo spiragli con il Comune, ma adesso..."

La vista da una delle terrazze di Villa Massoni

La vista da una delle terrazze di Villa Massoni

Massa, 2 luglio 2015 - Villa Massoni, con il sequestro preventivo la faccenda potrebbe pure complicarsi e qualsiasi azione per la sua tutela rimanere ingessata durante il procedimento in corso.

E’ Marco Casonato, uno dei due fratelli eredi e proprietari della storica residenza con Piero Alessandro, a chiarire questo punto: "Con il sequestro non si migliora niente. In pratica è la stessa situazione che si ha con la Soprintendenza elevata al cubo".

Tutto accade proprio mentre negli ultimi due anni circa si stavano aprendo spiragli di intesa fra Comune e proprietà, testimoniata da lettere, sopralluoghi e incontri. Il primo nel periodo di Natale del 2013: l’accordo di allora, fra Casonato e sindaco, era quello di "risentirci successivamente ad alcune elaborazioni dei tecnici comunali per marzo o aprile successivo".

Non ci fu però nessun altro contatto e ad aprile del 2015 Marco Casonato ha scritto nuovamente al sindaco proponendo un progetto nato "in seguito ad alcuni contatti con l’associazione Massa Picta e altri appassionati per restaruare l’intonaco esterno del muro di cinta di Villa Massoni in via Rocca con l’aiuto di volontari, studenti e appassionati anche in collaborazione con l’istituto d’arte e l’Università di Pisa". Anticamente infatti tutto il muro di cinta era decorato con rosso Cybo e bande bianche. Un’ipotesi che la proprietà valutava fattibile e a costi relativamente contenuti, con la possibilità di trovare anche sponsor.

Come sottolineava Casonato, inoltre, il Comune avrebbe potuto contribuire istituzionalmente secondo quanto previsto dalla legge Urbani. Una proposta della fine di aprile rimasta lettera morta, anche alla luce dei recenti sviluppi, ma che metteva in luce un’intensificazione dei rapporti fra palazzo civico e proprietà. Poco dopo infatti il sindaco ha fatto visita a Villa Massoni (la prima di un sindaco dal tempo degli anni ’90, evidenzia con amarezza Marco Casonato). Da quell’incontro Casonato ha elaborato ben quattro diverse possibilità di «collaborazione» con il Comune in grado di creare qualcosa di "effettivamente fruibile per la primavera 2016": proposte inviate al Comune l’11 giugno. Oltre al restauro del muro di cinta (già descritto), un’altra ipotesi prevedeva la creazione di «uno spazio verde aperto al pubblico nell’area sotto alla chiesa delle Grazie». L’accesso pubblico già esiste e l’area avrebbe potuto essere recintata con inferriate modulari "accettabili per la Soprintendenza" e addirittura ampliata fino ad "arrivare a comprendere il luogo dove sono presenti le storiche statue di Battì e della Togna che potrebbero essere rese raggiungibili installando una scala prefabbricata utilizzate anche nei siti archeologici".

Una soluzione che avrebbe potuto fare di quell’area, entro il 2016, una sede di eventi culturali «con un investimento limitato», sottolinea Casonato. Le altre due soluzioni, e nessuna esclude le altre, potevano essere l’ampliamento della piazzetta dell’acqua cristallo alla svolta del castello oppure la realizzazione di un giardino pubblico contiguo alla piazzetta in via Mura est: entrambe queste soluzioni sarebbero però più onerose per il Comune, per gli interventi da effettuare e per acquistare il terreno. Tutto si è interrotto bruscamente 10 giorni dopo, con il sequestro dell’immobile effettuato dai carabinieri tutela patrimonio culturale di Firenze insieme al nucleo di Massa su iniziativa della Procura di Massa che ha aperto un fascicolo a carico dei due proprietari accusati, ai sensi dell’articolo 733 del codice penale, di danneggiamento al patrimonio archeologico, storico o artistico nazionale.

Francesco Scolaro