Se ne va il giudice, processo Politeama riparte da zero

A otto anni dal primo crollo si deve ricominciare la fase dibattimentale. E la seconda volta

I sigilli al Politeama nel 2008

I sigilli al Politeama nel 2008

Carrara, 23 luglio 2016 - ANCHE il secondo giudice davanti a cui era finito l’annoso caso del Politeama lascia il tribunale e così si ricomincia daccapo. Prima Ferri andato a Roma con la carica di sottosegretario, poi Garofalo che ha ottenuto il trasferimento alla Spezia. Sta di fatto che il processo si avvia alla prescrizione. Sono passati otto anni dal primo crolloe il processo deve ricominciare dall’inizio per la seconda volta. Sarò il giudice Congiusta ai primi di settembre a decidere chi si occuperà ancora del procedimento. La vicenda dei due crolli (il processo è stato unificato per gli eventi accaduti nel 2008 e nel 2011) ha trascinato in tribunale quindici imputati tra ex amministratori, politici, professionisti e proprietari: per il crollo avvenuto nel giugno del 2008 finirono a giudizio in cinque, due dirigenti del Comune, Claudio Baccicalupi e Cesare Marchetti e tre soci della società proprietaria dell’immobile, Ugo Tolaini, Maria Teresa Tongiani e Nella Pasquini che devono rispondere di crollo colposo e inosservanza della normativa in materia di idoneità statica e sismica. Per il secondo crollo altri dieci imputati: Silvestro Telara, architetto progettista nella sopraelevazione della parte centrale; Laura Tuffarini della “vecchia Caprice” che commissionò la sopraelevazione; Fabio Telara, progettista sopraelevazione; i membri delle ex commissioni edilizia del Comune Franco Bedini, Romano Caffaz, Giuseppe Fruzzetti, Giancarlo Cacciatori, Paolo Bugliani e Sergio Altieri e l’ex assessore all’urbanistica, Paolo Cattani. Citati come responsabili civili sia il Comune che la Caprice. Non è escluso che diversi imputati decidano di rinunciare alla prescrizione convinti della propria innocenza. Staremo a vedere. Si allungano a dismisura i tempi per la ristrutturazione totale del Palazzo che resta lì nel centro a far ammattire i carraresi ormai rassegnati e con poche speranze di rivedere il Politeama risplendere come ai tempi passati.  «Bisognava seguire le procedure di adeguamento sismico che avrebbero messo in evidenza le criticità e si sarebbe così evitato quello accaduto dopo»: così aveva affondato i colpi l’ingegner Morello Morelli, consulente della procura al processo sui crolli al Politeama. Il consulente aveva poi rincarato la dose davanti al giudice Garofalo: «E’ stato aumentato il peso del tetto col calcestruzzo, e dall’esame della tavola elaborata dall’ingegner Fabio Telara e presentata al Genio Civile, si trae l’idea che si sapesse già della sopraelevazione. In questi grafici erano già presenti gli innalzamenti». Il teste aveva fatto capire che gli abusi edilizi sarebbero stati preordinati visto che nell’aprile del 1994 i vigili urbani avevano trovato i lavori ultimati. E le tavole erano state presentate al Genio Civile a giugno del 1994. Ecco perché la procura ha la convinzione che gli abusi relativi all’innalzamento del colmo del tetto sia stato ragionato in precedenza. Una  tesi che la difesa comunque respinge al mittente e in sede di controesame ha contestato il giudizio del consulente del pubblico ministero Alberto Dello Iacono.  Si ripartirà da zero per la seconda volta. Una beffa per chi aspetta da tempo i reali resposnabili dello scempio del Politeama.