Rischia due anni di reclusione per la morte del suo cane "Zeus"

L’animale fu trovato dai vigili urbani in condizioni di abbandono. A giugno, in Tribunale, parleranno i testimoni

Il piccolo Zeus quando fu trovato dai vigili urbani

Il piccolo Zeus quando fu trovato dai vigili urbani

Massa, 11 marzo 2016 - Si è aperto al tribunale di Massa il processo a carico di Pardini Walte, l’uomo accusato di avere provocato la morte del proprio cane Zeus a causa delle pesanti condizioni di abbandono e maltrattamento in cui sarebbe stato tenuto. L’imputato non ha scelto per alcun rito alternativo e rischia fino a due anni di reclusione. Il processo è stato rinviato all’ 8 giugno per l’escussione dei testimoni.

La vicenda del breton di circa 10 anni di età commosse tutta la città di Massa, scatenando le furiose ire degli animalisti ed indignando larga parte dell’opinione pubblica locale: Zeus, infatti, venne sequestrato l’11 maggio di due anni fa dalla polizia municipale di Montignoso su segnalazione dei vicini di casa proprio dell’imputato Pardini Walte. L’animale venne trovato in un pessimo stato di salute, malato e cosparso di zecche; dopo un primo rifiuto di una clinica locale che ne respingeva il ricovero, Zeus veniva affidato in custodia alla Lega nazionale per la difesa del cane, sezione Apuania. Il quadro clinico del piccolo quadrupede presentava anemia, infezioni e una brutta forma di filariosi cardiopolmonare. Il cane morì, a causa di tutto ciò, solo quattro giorni dopo, per una embolia polmonare.

Ora si è aperto il processo ai danni dell’imputato, alla presenza di Alessandro Trinci e la Lega nazionale difesa del cane, in persona della sua presidente nazionale Piera Rosati, si è costituita parte civile con l’assistenza dell’avvocato Michele Pezone del foro di Chieti. Dall’8 giugno in poi sfileranno i sette testimoni dell’accusa e della parte civile, che verranno sentiti per confermare l’ipotesi di reato di uccisione di animale prevista dall’articolo 544 bis del codice penale. Se dovesse essere condannato, Pardini come detto rischia una pena fino a 2 anni di reclusione. All’udienza erano presenti anche numerosi volontari e guardie zoofile della Lndc, sezione apuania, il presidente Roberto Guelfi, il vice coordinatore nazionale delle guardie zoofile Giusy Della Bona e la legale della sezione Alessandra Margara: gli ultimi due, Della Bona e Margara, verranno anche sentite in qualità di testimone alla prossima udienza.