La sicurezza e i coltelli

Buona domenica

Franco Antola

Franco Antola

Massa, 1 marzo 2015 - L’ultimo episodio, il più inquietante, l’abbiamo raccontato martedì scorso. Una ragazza di appena vent’anni finisce all’ospedale, raggiunta da due coltellate all’addome. Sulle circostanze del ferimento stanno indagando le forze dell’ordine e dunque non si può dire più di tanto su come siano andate effettivamente le cose, quella notte sul litorale. È presumibile però che i due fendenti che hanno rischiato di uccidere la giovane rumena siano da inquadrare in una guerra, sotterranea ma non troppo, per il controllo delle zone del sesso a pagamento. Perché quello sono oggi il viale litoraneo e le vie attigue. Chi viola certe “regole” va incontro a seri guai. Che questo sia lo scenario, del resto, lo ha confermato una “collega” della ragazza ferita a un automobilista che l’aveva accompagnata al pronto soccorso.
Quelle coltellate non sono un bel segnale. Purtroppo non sono l’unico di questi tempi, e non possono non evocare quello che a Massa e dintorni successe oltre un anno fa. Coltellate, con ben altre conseguenze, e una scia di episodi di sangue e di violenza che non si è mai capito come rubricare: epilogo di liti e rancori personali? Guerra per bande? Chissà. Quel che è certo, al di là della motivazioni dei singoli episodi, Massa e il resto della provincia non sono poi un posto così tranquillo, come talvolta sembrerebbero accreditare certe statistiche ufficiali.
 
Prendete la storia delle rapine. Supermercati, tabaccherie, negozi, assaltati in pieno centro. Perfino una farmacia a due passi dal carcere, il cui titolare ha raccontato al nostro cronista che mai e poi mai avrebbe pensato di vivere esperienze del genere. E i furti? Anche quelli, secondo le statistiche ufficiali, si attesterebbero su livelli “fisiologici”. Sarà. Ma vallo a raccontare a quelle famiglie che vivono nell’incubo di vedere razziate le loro case, soprattutto in certe zone della città dove si ricomincia a parlare di gruppi di auto-sorveglianza, se non di vere e proprie ronde.
E non succede solo in città. In Lunigiana l’ esasperazione è tornata a livelli di guardia, con assemblee nei paesi e la proposta – è successo nel Pontremolese – di arruolare investigatori privati.
Non sembra, per ora, che ce ne sia la reale necessità, anche considerata la professionalità degli operatori istituzionali. Ma certi stati d’animo non vanno sottovalutati. Sono il segnale di una diffusa insicurezza che sarà bene tenere presente, soprattutto quando si sente parlare di tagli a caserme e presidi di polizia. Finora, di fronte a questi disegni di ridimensionamento e ai ricorrenti piani di riorganizzazione del dispositivo di sicurezza, si è sentito solo il monito delle rappresentanze sindacali delle forze di polizia, giustamente preoccupate di vedere un territorio sempre più sguarnito e indifeso, oltre che delle condizioni di lavoro del personale. Forse sarebbe il caso che anche le istituzioni cominciassero a far sentire la loro voce.
Si vedono un po’ troppi coltelli in giro. E tanta voglia di sicurezza fai da te.
Buona domenica.