“Guerra tra bande”, sette arresti per la rissa a Cinquale

Tra gli altri Giacomo Pucci, già in carcere per

La polizia in azione

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Massa, 11 luglio 2014 - AI POGGI e a Castagnara tutti negano e negheranno. Gli amici degli amici assicurano: non esiste alcuna “guerra fra bande” e i tanti episodi di violenza accaduti lo scorso anno sono da ritenersi fatti sporadici ed occasionali. Tuttavia, da ieri, è ufficiale che anche la convinzione della Procura va in direzione opposta, perché tutti quegli episodi avrebbero per avuto per protagonisti (quasi) sempre gli stessi giovani, alcuni residenti ai Poggi, altri a Castagnara (o nei limitrofi Mirteto e Romagnano). Due gruppi contrapposti, rivali fra loro per motivazioni che ancora sfuggono. Come dire, cosa abbia scatenato risse su risse, tentati omicidi e un duplice omicidio non è chiaro. Il che rende ancora più difficile comprendere come una città possa essere stata sconvolta da tanto dolore e violenza, come due giovani — Andrea Baria e Enrico Fruzzetti — possano essere morti accoltellati all’alba del giorno di Natale e come sia stato possibile che ad uccidere sia stato un altro giovane massese, il 21enne Andrea Mazzi, ora in carcere in attesa di giudizio.

Come si “collochino”, poi, le due vittime Fruzzetti e Baria, entrambe montignosine, in quella che tutti chiamano la ‘guerra fra bande’ è un altro fatto su cui ancora non è stata fatta piena luce. Di certo si sa che in carcere a Prato, c’è anche il 26enne Giacomo Pucci che sta scontando la condanna a 8 anni e 4 mesi di reclusione, accusato di tentato omicidio. Sarebbe stata sua la mano che ha guidato il coltello che ha ferito gravemente un altro massese, Marco Menchini e in maniera più lieve Franco Pucci la notte del 21 dicembre scorso all’esterno della discoteca “Baraonda”. Ebbene, sia Menchini che Franco Pucci sono da ieri agli arresti domiciliari, accusati insieme ad altri quattro giovani (Andrea Bonucelli, Alessandro Lazzerini, Alessio Mazzi, Mattia Ricci) di rissa aggravata, lesioni personali volontarie gravissime, violenza a pubblico ufficiale, danneggiamento aggravato, porto di oggetti atti ad offendere.

I FATTI a cui si riferisce il provvedimento restrittivo firmato dal gip del tribunale di Massa dopo aver analizzato le risultanze delle indagini condotte dalla squadra mobile e coordinate dal pubblico ministero Rossella Soffio, sono quelli accaduti il 29 ottobre 2013 all’esterno del “Vintage’ di Cinquale. In quell’occasione ci sarebbe stato anche Giacomo Pucci e, a lui, la notifica del provvedimento ieri è arrivata in carcere. Sarebbero state i racconti e i video girati con gli smartphone dei tanti testimoni e le immagini estrapolate dagli impianti di videosorveglianza installati da alcuni gestori di esercizi pubblici della zona a consentire di risalire ai responsabili dei fatti di quella notte. «I filmati — è stato spiegato in una conferenza stampa convocata ieri in questura — mostrano chiaramente un gruppo di ragazzi, fra i quali quelli oggetto dei provvedimenti eseguiti ieri, che discutono animatamente con altri che si trovavano nella parte esterna del locale e che dopo poco tempo si azzuffano danneggiando ciò che capita loro sottomano. In quell’occasione, inoltre, due poliziotti sono rimasti feriti». Sembra, inoltre, che fra i protagonisti di quella rissa a Cinquale ci sia anche un minorenne: sulle sue eventuali responsabilità starebbe indagando la procura dei minori di Genova.   E’ COMPOSTO da un intreccio di nomi, amicizie, patti di lealtà e giuramenti di vendetta lo scenario che emerge dalle indagini coordinate dalla Procura di Massa e che, nello specifico, fanno luce su quanto accaduto quella notte di ottobre, ma che puntano, in un quadro più ampio, a legare fra loro le tante risse avvenute lo scorso anno in città. In tal senso, grande contributo lo hanno dato anche i social network, Facebook in testa, che ha permesso di ricostruire bacheca dopo bacheca, post dopo post la fitta rete di amicizie che lega fra loro i vari ‘gruppi’ di giovani. Il tutto è andato ad aggiungersi ad un intenso lavoro investigativo. Nove mesi di indagini per arrivare a questi sette proveddimenti restrittivi della libertà personale con la convinzione, dichiarata dal capo della squadra mobile Antonio Dulvi Corcione, che quanto avvenuto quella notte a Cinquale sia stata «un’efferata azione criminale». La rissa del vintage non sarebbe stata la prima, ma da allora gli episodi violenti si sono succeduti con rapidità, tanto da convincere la Procura a riunire i vari “episodi” in un unico fascicolo e il prefetto ad approvare la strategia preventiva elaborata dalla questura che prevede l’effettuazione, durante il fine settimana di servizi straordinari di controllo del territorio ai quali prendono parte, oltre ai polziotti, anche carabinieri e guardia di finanza. Pochi giorni dopo la rissa di Cinquale ne è scoppiata un’altra, in piena giorno, a Castagnara. Vi avrebbero partecipato anche alcune ragazze. «Scena da far west» hanno detto i testimoni. Si arriva a dicembre, nella notte tra venerdì 20 e sabato 21: all’esterno del discobar Baraonda ancora violenza: Marco Menchini, 31 anni, si ritrova con la pleura perforata e il cugino Franco Pucci, 21 anni, di Castagnara, resta ferito lievemente. Giacomo Pucci finisce in carcere poche ore dopo. Tutti e tre sono ore indagati per i fatti del Vintage, mentre gli investigatori stanno già analizzando le prossime mosse perché, hanno detto, «la violenza non resterà impunita».