Amianto, rifiuti e terre 'sospette'. Ecco la discarica di fronte all'ospedale

Sopralluogo dei consiglieri comunale. Cavazzuti: "Adesso deve essere bonificata"

 Il sito visitato dai tre consiglieri comunali occupa 16mila metri cubi in viale Mattei

Il sito visitato dai tre consiglieri comunali occupa 16mila metri cubi in viale Mattei

Massa, 11 maggio 2017 - AMIANTO, rifiuti edili, carta catramata, tre rottami di auto e tantissimi metri cubi di terre ancora da caratterizzare e sotto cui non si sa che cosa sia. Una montagna di scarti e rifiuti sul bordo del fosso Silcia lungo via Mattei, dall’altro lato della strada di fronte al nuovo ospedale. Ieri mattina il sito è stato al centro di un sopralluogo della commissione ambiente del Comune di Massa, insieme al tecnico comunale, l’ingegnere Roberto Grieco. Una verifica dovuta visto che stiamo parlando di uno dei siti ‘sospetti’ inseriti nel famoso dossier Piccinini, allegato conoscitivo del Regolamento urbanistico sugli ‘accumuli’ antropici e le discariche.

Nel dettaglio, è il sito più grande individuato grazie alla tecnologia laser aera Lidar: un accumulo alto 5 metri su 8.000 metri quadrati e un volume fuori terra di 16.000 metri cubi. Un deposito cresciuto nel tempo visto che nel 1984 era un quarto di quello attuale. L’area appartiene a diversi proprietari tra cui una ditta edile ormai chiusa. A due anni di distanza da quando il dossier è diventato di dominio pubblico, finendo anche sul tavolo della Procura, la discarica è ancora al suo posto. Il sopralluogo ha potuto verificare soltanto la situazione in superficie, come precisa il presidente della commissione, Nicola Cavazzuti: «Abbiamo visto residui di cantiere, tegole e mattoni ma ci sono anche diversi cumuli di terra che devono essere tolti e dobbiamo capire che cosa ci sia là sotto. Ci sono anche tre auto abbandonate, un vecchio furgone ormai inglobato dalla vegetazione e persino dell’amianto in tegole rotte abbandonato a pochi passi dal Noa, in mezzo alla vegetazione: difficile quantificare quanto ce ne sia in totale».

Sono le dimensioni del sito e la mancanza di informazioni sulla sua reale consistenza a preoccupare maggiormente: «Dal piano di campagna si arriva praticamente ai 5 metri di altezza» prosegue Cavazzuti che poi entra nel merito: «Una cosa è certa, non possiamo più definirlo un accumulo o un deposito incontrollato di rifiuti. Questa è una vera e propria discarica abusiva e come tale deve essere trattata. Servono le caratterizzazioni ambientali su tutta l’area interessata e una bonifica completa. Un’operazione che prevede un preciso avvio del procedimento di analisi e bonifica da effettuare convocando Regione, Arpat e tutti gli enti interessati. Ogni atto, inoltre, dovrà essere svolto in contraddittorio con Arpat. Non accetterò soluzioni diverse per la discarica di fronte al Noa».