Processo alluvione, "Così ho visto morire mia madre"

Drammatica testimonianza al processo sull’alluvione che nel 2011 colpì anche Aulla

I sommozzatori al lavoro in quella terribile notte ad Aulla

I sommozzatori al lavoro in quella terribile notte ad Aulla

Massa, 7 febbraio 2017 - «E’ STATO un attimo, poi quell’ondata di acqua e fango ha trascinato via l’auto dove era seduta mia mamma. Non l’ho più rivista». Graziano Fiorentini non immaginava certo a cosa sarebbe andato incontro quel drammatico pomeriggio del 25 ottobre 2011 ad Aulla: era andato dal medico per prendere un appuntamento, accompagnato dalla madre Enrica Pavoletti e dal cane di famiglia. «Non pioveva, non c’era acqua nelle strade ma solo un po’ in un parcheggio – ha raccontato ieri nell’udienza del processo in corso tribunale – ho parcheggiato in viale Resistenza e mia mamma mi ha atteso in auto, anche perchè dovevo prendere solo un appuntamento. Questione di 5 minuti».

Tanti, troppi, se il destino decide improvvisamente di voltarti le spalle come ha fatto quel pomeriggio a Enrica Pavoletti e Claudio Pozzi, le due vittime dell’alluvione di Aulla. «Lo studio medico era senza luce così il dottore ha dovuto congedare i pazienti in attesa. E in quel momento abbiamo sentito un rumore, un boato». Il resto è un film difficile da dimenticare. «Quando sono sceso al piano terra ho visto la mia auto galleggiare, ma non non riuscivo ad avvicinarmi perchè ero incastrato fra altri mezzi trascinati dall’acqua. Un istante dopo è arrivata un’ondata fortissima che ha spazzato via tutto: poi non ho più visto mia mamma. Che ora era? Le 17,45».

IL CORPO senza vita di Enrica Pavoletti è stato poi trovato alle 2 di notte «da mio fratello in un vicino parcheggio, alle ricerche hanno partecipato anche i sommozzatori». Graziano Fiorentini si è costituito parte civile nel processo insieme ai fratelli Roy Maurizio e Simonetta, assistiti dagli avvocati Michela Biasini e Francesco Persiani. «Nei giorni precedenti – ha ricordato Graziano Fiorentini rispondendo a una precisa domanda del suo legale – non abbiamo ricevuto alcuna allerta-meteo, come peraltro non le ricevo ora...».

Simonetta Fiorentini quel pomeriggio aveva «provato più volte a chiamare mia madre – ha raccontato al giudice Giovanni Sgamabti e al pm Marco Rappelli – ma il cellulare squillava a vuoto: sapevo che era andata dal medico con mio fratello. Allerta meteo? Mai ricevuta. Ho visto il fiume ingrossarsi sempre di più, ma nessuno ci ha messi a conoscenza di quanto stava accadendo».