Impianto a Salanetti, la Provincia vuole vederci chiaro

Chieste altre integrazioni al progetto proposto dalla Creo. I dubbi della Provincia in particolare riguardano gli odori e le emissioni

Luca Menesini

Luca Menesini

Lucca, 12 febbraio 2016 - Serviranno ulteriori integrazioni al progetto per la realizzazione dell'impianto di carbonizzazione in località Salanetti, a Capannori. Questa la posizione della Provincia di Lucca di fronte alla richiesta di assoggettabilità a verifica di impatto ambientale (Via) dell’opera, richiesta dalla società Creo. In altre parole, Palazzo Ducale ci vuole vedere meglio e domanda approfondimenti rispetto alla descrizione del funzionamento dell’impianto sotto numerosi aspetti, e in particolare dal punto di vista degli odori e delle emissioni nell’aria, della tecnologia dell’impianto e della definizione giuridica e tecnica delle materie che fuoriescono. Adesso, quindi, spetta alla Creo fornire i dettagli richiesti. Dopo che lo avrà fatto, la Provincia – oppure la Regione se a quel punto il trasferimento di competenze sarà ultimato – avrà altri 45 giorni di tempo per stabilire se quest’opera è da ritenersi idonea ad ulteriori valutazioni, come appunto la Via, oppure non idonea, come accaduto con il progetto di impianto di carbonizzazione presentato lo scorso anno dalla società Gielle.

«Si tratta di un impianto innovativo – dice il presidente della Provincia e sindaco di Capannori Luca Menesini – ed è pertanto fondamentale fare tutti gli approfondimenti necessari. Inutile fare disquisizioni ideologiche o prese di posizione basate sulle ipotesi. Occorre capire se l’innovazione che porta è benefica, vale a dire che sta dentro la strategia Rifiuti Zero, rappresentando così un’opportunità concreta per la comunità, oppure no, e quindi da escluderne la realizzazione nel nostro territorio. Ad oggi risposte certe non le abbiamo, e pertanto bisogna indagare ulteriormente. La Provincia, quindi, chiedendo elementi integrativi si è comportata in modo serio e responsabile di fronte a un tema delicato e complesso. Per quanto mi riguarda, ritengo che un impianto del genere debba necessariamente prevedere la Via, e come presidente della Provincia affermo già oggi che, se opportuno per cittadini e comitati, possiamo anche fare un’inchiesta pubblica, che ci permette di avvalersi delle competenze di esperti in materia. Si tratta di uno strumento in cui credo molto, soprattutto quando andiamo a valutare realizzazioni che condizioneranno il territorio. La tecnologia e l’innovazione sono delle opportunità da cogliere se garantiscono uno sviluppo sostenibile. Sarò invece il primo a fare battaglia, qualora emergesse che questo impianto produce rifiuti. Il percorso è ancora lungo, abbiamo tutto il tempo di fare le valutazioni. Al momento opportuno, chiederò alla Regione di convocare un tavolo ad hoc. Posso già dire che coinvolgerò esperti del settore e i cittadini, nell’interesse di tutti».

Dal punto di vista tecnico, la Provincia ha inviato oggi (venerdì 12) una lettera alla Creo in cui domanda alla società di specificare meglio come può garantire l’assenza della fuoriuscita di odori e il controllo delle emissioni, di quale tecnologia di impianto intende avvalersi e di fornire una definizione giuridica e tecnica delle materie che fuoriescono dall’impianto.