Tambellini-Pd renziano, è l’ora delle carezze con timori di trappole

Il clima resta teso, ma c’è il tentativo di trovare una via d’uscita

 Il senatore Marcucci e il sindaco Tambellini

Il senatore Marcucci e il sindaco Tambellini

Lucca, 7 dicembre 2016 - Referendum, ecco gli effetti a catena. L’esito della consultazione, voluta dal governo Renzi in merito alle riforme costituzionali sonoramente bocciate dagli italiani, sta provocando reazioni e aprendo scenari su molti tavoli. Anche tra loro apparentemente distanti. E’ il caso delle primarie in casa Pd, chieste con forza da Matteo Garzella, e che nelle ultime ore, dopo mesi di silenzio, sono stata rilanciate da Andrea Marcucci. Il senatore le ha nuovamente chieste, sottolineando nel contempo i meriti dell’amministrazione Tambellini, che, a parere suo, non avrebbe difficoltà a vincerle. Apertura per limitare i danni e uscire dall’empasse ottenendo almeno le primarie, o trappolone per costringere il sindaco uscente a infilarsi in un possibile vicolo cieco? Il primo cittadino, a domanda, risponde limitandosi a sottolineare i complimenti ricevuti per la sua opera. Con una punta di veleno.     «Mi fanno piacere gli apprezzamenti di Marcucci – spiega – è la prima volta che viene detto che questa amministrazione ha lavorato bene. Non ho altro da aggiungere». La sensazione è che Tambellini, la cui strategia a differenza degli avversari interni è chiara e definita da tempo, continuerà a andare per la sua strada. Niente primarie, per quanto in politica il «mai dire mai» è regola di vita. Il rovinoso risultato dal Pd e del governo tiene banco anche sulla vicenda del finanziamento del secondo lotto degli assi viari arrivato, sicuramente per una coincidenza, a pochissimi giorni dal voto e all’interno di un provvedimento di ben 11 miliardi di euro. In molti si chiedono se la partita rischia di riaprirsi, anche in considerazione dell’iter molto complicato e del fatto che con la decisione del Cipe si è trovata la copertura finanziaria per un progetto che non è ancora nel contratto di programma di Anas. E se il nuovo governo avesse diverse priorità? Qualche perplessità, esiste. Da segnalare, infine, sempre in casa Pd, la replica del sindaco di Porcari Alberto Baccini, che chiarisce che non si dimette, per ora, da nulla.

«Non cambio una virgola di quanto ebbi a dichiarare nel maggio scorso – spiega – ma chiedo, allo stesso tempo, di evitare false interpretazioni o strumentalizzazioni volutamente fuorvianti. Infatti, un conto è il mio impegno politico come iscritto e componente sia della direzione territoriale che dell’assemblea nazionale del Pd mentre, cosa ben diversa, è il mio ruolo istituzionale come sindaco eletto dai cittadini che, ovviamente, niente ha a che fare con tutto il resto». Per Baccini, la fine del suo impegno politico sarebbe segnata dall’uscita totale di scena di Renzi, ipotesi peraltro formulata a suo tempo dallo stesso premier in caso di sconfita al referendum e accuratamente riposta nel cassetto dopo il flop referendario. «E’ del tutto evidente quindi che una sua eventuale decisione di disimpegno dalla vita politica – aggiunge – non potrebbe che spingermi a seguire la medesima strada».