La Notte Bianca? Forse sabato 3. Un evento legato alla solidarietà

Confcommercio studia una soluzione per salvare le iniziative

Notte Bianca

Notte Bianca

Lucca, 28 agosto 2016 - Forse inevitabile. Ma non per questo meno sofferta. La scelta di rinviare la Notte Bianca, per il lutto nazionale proclamato nella giornata di ieri in occasione dei funerali di Stato per le vittime del terremoto che ha duramente colpito il Centro Italia, fa discutere. La Notte Bianca lucchese, organizzata da Confcommercio e che richiama decine di migliaia di persone ogni anno, è stata spostata davvero all’ultimo istante, dopo che un primo tempo sembrava dovesse comunque tenersi e costituire anche un’occasione per raccogliere fondi per le popolazioni terremotate. Alla fine, però, la scelta di lasciare chiuse tutte le strutture pubbliche, musei in primis, ha definitivamente compromesso ogni ipotesi di dare vita all’appuntamento. Sarebbe stato, al di là delle valutazioni di opportunità, un evento monco rispetto alle premesse. Ridotto alla semplice apertura dei negozi.

Con l’inevitabile corollario di polemiche, senz’altro superiori a quelle che si stanno registrando in queste ore. «Qualunque decisione avessimo preso, sarebbe stata una scelta difficile – spiega Giovanni Martini, presidente della Commissione centro storico di Confcommercio – ora siamo concentrati nel tentativo di salvare il maggior numero degli eventi in programma nel cartellone e di sfruttare al meglio questi giorni di tempo in più per dare vita a un’iniziativa di solidarietà per le popolazioni colpite dal sisma». La Notte Bianca si farà comunque, con ogni probabilità sabato 3 settembre, o in subordine sabato 10, ma il malumore, specie tra le attività che avevano investito nell’acquisto di generi deperibili, ma anche tra parecchi lucchesi, è palpabile. Basta farsi un giro sui social per rendersene conto. Sul profilo Facebook di «Orgoglio Lucchese», uno dei «bar» virtuali dove si danno appuntamento in tanti concittadini, la discussione si infiamma.

In primo piano la foto di un cartello di protesta di un noto esercizio, contrario all’annullamento. C’è chi prova a trovare una soluzione: «Andiamo uguale in città per ristoranti e bar almeno non creiamo danni agli esercenti per questa assurda decisione»; e chi invece pensa che lo spostamento fosse un atto dovuto: «Giusto non farla, facciamo una mega cena in centro dove parte del devoluto andrà ai terremotati o un grande concerto». In molti sostengono le ragioni di chi intende onorare con il silenzio il lutto che ha colpito la comunità nazionale, ma c’è anche chi pensa che potesse essere un’occasione per raccogliere denaro per i terremotati e che, in ogni caso, la scelta sia viziata da un pizzico di ipocrisia. Visto che il resto della vita cittadina, ieri, è corso normalmente. «Io sono tra l’essere d’accordo e no»: sintetizza un altro utente. Sì. No. Forse. Il dibattito divide. E provoca crisi di coscienza.