Accordo esuberi Kme al voto: vince il sì con 313 favorevoli

Alta l'adesione: i no sono stati 146. Bufera sulle dimissioni di Pinto

Manifestazione Kme a Fornaci (foto Borghesi)

Manifestazione Kme a Fornaci (foto Borghesi)

Fornaci di Barga (Lucca), 21 ottobre 2016 - Ha vinto il sì. Questo il verdetto del referendum uscito poco prima di mezzanotte a cui sono stati chiamati i lavoratori per approvare o meno l’ipotesi di accordo sulla gestione degli esuberi sottoscritta la settimana scorsa dai sindacati provinciali Fim e Uilm ed invece contestato dalla Fiom. I sono stati 313, 146 i no, 10 le nulle e 5 le schede bianche. Un verdetto che non ammette repliche. I lavoratori hanno scelto a larga maggioranza di dare il via libera all’ipotesi che adesso diventa accordo sulla gestione degli esuberi. Il referendum si è svolto da ieri mattina alle 6 fino a ieri sera alle 22,30, praticamente nel periodo relativo ad ingressi ed uscite di tutti i turni lavorativi. Ieri mattina alle 10 i votanti erano già stati 250 a conferma di quella che poi è stata una partecipazione alta al referendum ed alla fine sono stati 474, il che vuol dire la solita partecipazione che si era registrata sul referendum per l’approvazione del piano del 22 giugno.

Anche la giornata di ieri si è tinta peraltro di nuovi scambi polemici tra i sindacati fautori dell’accordo Fim e Uilm e la Fiom che invece sosteneva il no dei lavoratori. A scatenare il tutto le voci uscite la sera precedente circa le dimissioni del direttore dello stabilimento di Fornaci, Giuseppe Pinto. Voci che asserivano che il dirigente si era dimesso perché non condivideva la politica aziendale sulla gestione degli esuberi. Pinto, notizia di ieri comunicata proprio dai sindacati stessi, è stato sostituito da Michele Manfredi, già direttore negli anni passati dello stabilimento di Fornaci e quindi considerato soluzione di continuità con il passato. Comunque sia le voci alla vigilia del referendum hanno innescato da subito una vibrante reazione di Uilm e Fim. Giacomo Saisi, segretario provinciale Uilm, ha accusato la Fiom di aver diffuso la voce per favorire il no al referendum.

«Pinto aveva sposato in pieno il progetto Kme, il motivo delle sue dimissioni è solamente che ha colto un opportunità di crescita professionale a cui non poteva rinunciare. Che un’organizzazione sindacale arrivi a scrivere certe falsità per cercare di avere un no al referendum, è vergognoso». Sullo stesso tono le dichiarazioni di Narcisa Pellegrini, segretaria provinciale Fim che ha poi ricordato come Pinto abbia condiviso tutto il percorso di rilancio dell’azienda fino all’ultimo accordo del 13 ottobre. La nomina al suo posto di Michele Manfredi viene vista anche dalla Pellegrini un messaggio di garanzia per il futuro dello stabilimento: «Esprimiamo un parere positivo per la scelta del nuovo direttore a dimostrazione che non esiste nessun tentativo di smantellare la fabbricaL’aver affidato l’incarico a quello che viene ritenuto, da più parti, il miglior dirigente italiano del gruppo, rimarca l’obiettivo del piano di rilancio che l’azienda intende portare avanti nel dare continuità alla propria missione industriale»