Stipendi, i lucchesi al top in Italia. Il cartario trascina le retribuzioni

Gozzi (Confindustria): "Ricompensa per l'elevata specializzazione"

Cartiera

Cartiera

Lucca, 23 febbraio 2017 - Ricchi. O quantomeno lautamente retribuiti. Al punto da conquistare un posto al sole nell’ultima classifica delle province italiane dell’Osservatorio JobPricing. La nostra provincia è 18 esima tra le 110 italiane per livelli della busta paga, appena sotto Firenze. La differenza rispetto alla media regionale, per quanto riguarda la nostra provincia, è un sonante più 4.7% , con una retribuzione annuale lorda media pari a 29.609 euro. Nel 2015 eravamo 23esimi, nella stessa graduatoria nazionale abbiamo scalato ben cinque posizioni nell’ultimo anno.  A beneficiarne, in generale, sono stati soprattutto quadri, impiegati e operai: il reddito medio dei dirigenti è infatti in calo del 2,9%, sempre secondo l’Osservatorio JobPricing. Per una volta andiamo alla caccia non di colpe ma di meriti. Ad aiutarci è Marcello Gozzi, direttore di Confindustria Toscana Nord che raggruppa anche i distretti di Prato e Pistoia. «Lucca ha il vantaggio di poter contare su una solida base industriale – spiega – e il livello di reddito va di conseguenza. Anche i dati che abbiamo come Confindustria confermano che l’occupazione a livello industriale sta vedendo elevarsi gli standard retributivi. Il fattore che va a incidere positivamente è innanzittutto quello numerico. Un distretto così forte, che è un’eccellenza nel panorama internazionale, può contare anche su un gran numero di occupati, e al contempo, su un livello di inoccupazione più basso». I conti tornano, eccome. «Ad aiutare il reddito è anche il livello di specializzazione che, soprattutto nel caso di Lucca si trova a confrontarsi con competitor a livello mondiale», continua Gozzi. Maggior specializzazione dunque, più alti i riconoscimenti con benefiche ricadute nel portafogli.  «Un altro aspetto rilevante – continua il direttore di Confindustria Toscana Nord – sta nel fatto che a Lucca sono molto diffusi i contratti di secondo livello, che prevedono premi aggiuntivi rispetto ai contratti nazionali». Fin qui tutto il bello e il buono. Ma non si può trascurare il fatto che gli ultimi dati congiunturali frenano l’entusiasmo. «Diciamo che la nostra economia sta attraversando una fase di convalescenza dopo una lunga malattia – esemplifica Gozzi – Ne accusa ancora un pò i colpi, ma dimostra anche di saper reagire. La tenuta complessiva, più accentuata in alcuni settori, meno in altri, oggi fa ben sperare».  Le note dolenti ci sono, anche quando si parla di un settore trainante come quello del cartario. «Porto solo un esempio, calato sulla realtà di ogni giorno – sottolinea Gozzi – I competitori stranieri nel settore cartario possono contare su un recupero di energia dovuto anche al ciclo virtuoso degli impianti che, contemporaneamente, provvedono allo smaltimento degli scarti. Quindi tutto ciò che per noi è soltanto spesa - e che spesa - per i nostri ’fratelli’ oltre confine diventa addirittura guadagno. La differenza c’è, eccome».