Salvata dal 'Blue Whale'. Aperto un fascicolo per istigazione al suicidio

La procura del tribunale dei minori di Firenze ha aperto un fasciolo sulla vicenda dell’adolescente che abita nella Piana di Lucca

Il pericolo della "Blue Whale" arriva dai social

Il pericolo della "Blue Whale" arriva dai social

Lucca, 26 maggio 2017 -   UN FASCICOLO contro ignoti per il reato di istigazione al suicidio è stato aperto presso la procura del tribunale dei minori di Firenze sulla vicenda dell’adolescente che abita nella Piana di Lucca salvata per intervento di un carabiniere dal suicidio al quale si stava predisponendo. Ad ispirare il proposito, l’adesione della ragazza alla Blue Whale, la Balena blu, movimento diffuso in rete che ha lo scopo di indurre ed accompagnare giovani a togliersi la vita, sulla base di codici e rituali diffusi via internet.

Il fascicolo è stato avviato sulla base della segnalazione che il Tribunale dei minori ha ricevuto dai carabinieri della piana lucchese intervenuti con successo per sottrarre la sedicenne al destino che essa stessa aveva programmato. LE INDAGINI dei carabinieri e della Procura riguardano anche il caso di un’amica della ragazza lucchese, che risiede nella Valdinievole e che a sua volta avrebbe programmato di togliersi la vita secondo i dettami della Blue Whale.

Per il tribunale dei minori di Firenze che ha competenza distrettuale sulla Toscana, si tratta del primo fascicolo aperto su casi di istigazione al suicidio, in particolare per le modalità previste da Blue Whale. Le indagini relative alla rete saranno delegate con ogni probabilità alla Polizia Postale. IL CASO, anticipato dal nostro giornale, è scoppiato nei giorni scorsi. La ragazzina, una sedicenne residente nella Piana, si era incisa su un braccio la scritta «f 57» e stava cercando disperatamente quello che viene definito un curatore per essere accompagnata nel meccanismo senza ritorno del Blue Whale Challenge. A condividere con lei l’esperienza, per fortuna stroncata sul nascere, una coetanea. Le due giovani, secondo quanto ricostruito, avevano deciso di farla finita e sono state salvate da un carabiniere, un vero angelo custode in un mondo, quello della rete, sempre più spesso popolato da mostri. La ragazzina aveva smesso di frequentare la scuola, vivendo in pratica da reclusa in casa e passando tutto il suo tempo al computer e parlando solo con la compagna di classe che vive a Montecatini. Il mostro del web la stava ‘divorando’ lentamente. Poi l’improvviso lieto fine grazie a una ‘confessione’ via What’s App con un amico coetaneo che subito ha avvisato un amico di famiglia carabiniere. Il militare non ha perso tempo e ha salvato la giovane.