Medicina rigenerativa, Castellacci dirige l'Iclas

Importante riconoscimento per il celebre ortopedico

Il medico Enrico Castellacci (Ansa)

Il medico Enrico Castellacci (Ansa)

Lucca, 3 luglio 2015 - Il professore Enrico Castellacci conquista sempre più alti primati professionali. Responsabile dello staff medico della nazionale di calcio italiana e docente all’Università di Roma, ora ha assunto la direzione del nuovo Centro di riferimento nazionale di medicina e chirurgia rigenerativa dell’Istituto clinico ligure di alta specialità (Iclas). Un Centro che mira a riunire, organizzare e sviluppare in maniera coordinata tutte le attività inerenti la medicina rigenerativa svolte presso Iclas da professionisti operanti in vari ambiti quali l’ortopedia, la medicina dello sport, la chirurgia plastica ed estetica, la vulnologia e la cura del piede diabetico. I professionisti, sfruttando le terapie di medicina rigenerativa, nell’ ultimo anno e mezzo hanno complessivamente trattato oltre duecento casi.

Castellacci, noto ortopedico, è stato direttore del dipartimento di ortopedia e medicina e traumatologia dello sport all’ospedale di Lucca dove ha creato e diretto il Centro ricerche e chirurgia sperimentale di ingegneria tissutale. E’ stato fra i precursori in Italia nell’applicazione in chirurgia di plasma ricco in piastrine (Prp) e cellule mesenchimali. Oggi la medicina rigenerativa rappresenta un nuovo traguardo terapeutico finalizzato alla rigenerazione biologica del tessuto anziché alla sostituzione; sfrutta infatti sia i fattori di crescita (Prp) contenuti nelle piastrine che stimolano la replicazione delle cellule mesenchimali attivando la rigenerazione cellulare, sia le cellule mesenchimali (adulte) in quanto cellule non differenziate che si rinnovano attraverso la divisione cellulare e possono trasformarsi in cellule specializzate di vari tessuti dell’organismo. In poche parole, con la medicina rigenerativa i tessuti danneggiati (legamenti, tendini, cartilagini, ossa, cute, ecc.) in maniera un tempo considerata irreparabile, possono essere riparati stimolando l’organismo stesso a ricostruirli. Un aiuto importante dal punto di vista tecnico è rappresentato dalla collaborazione con una delle aziende internazionali leader nel settore quale la «Regenlab».

«Molte sono le patologie che possono trovare rimedio con queste terapie, per esempio nell’ambito dell’ortopedia e della medicina dello sport, trapianti per deficit cartilaginei nel ginocchio, caviglia, anca, ecc.; nella necrosi della testa del femore; nei ritardi di consolidazione o pseudoartrosi nelle fratture ma anche in altri ambiti quali la chirurgia plastica ed estetica, la cura del piede diabetico e la vulnologia. Le terapie cellulari e la medicina rigenerativa sempre più basate sui progressi della biologia delle cellule staminali – spiega il professore Castellacci – hanno iniziato a porre le basi della pratica clinica del futuro». «LE SFIDE ancora aperte al fine di sfruttare le potenzialità delle cellule staminali richiedono un approccio multidisciplinare integrato. L’utilità clinica delle cellule staminali potrà essere certa – aggiunge Castellacci – solo se fornirà al paziente soluzioni più sicure a lungo termine e sostanzialmente efficaci per qualsiasi trattamento disponibile. E’ inoltre necessario che gli aspetti etici, legali e commerciali riguardanti la ricerca sulle cellule staminali e alle relative sperimentazioni cliniche continuino ad essere discussi su risultati concreti e attraverso strategie che si presentino come clinicamente obiettive, scientificamente validate e socialmente utili».

Paolo Mandoli