"Livorno vicina a due faglie. Qui si rischia lo tsunami"

Pericolo sismico: parla il geologo Libero Michelucci

Il geologo Libero Michelucci

Il geologo Libero Michelucci

Livorno, 30 ottobre 2016 - Il terremoto ha colpito nuovamente il Centro Italia qualche giorno fa ha riacceso in molti livornesi la paura che quelle scosse possano colpire anche Livorno. La nostra città, infatti, è da sempre considerata zona sismica. E, anche se di episodi gravi non se ne sono mai verificati, piccoli fenomeni e scosse ridotte vengono avvertite con una frequenza abbastanza ripetuta. «Non ci sono dubbi – conferma il geologo Libero Michelucci – Livorno è una zona sismica. La nostra non è una storia antichissima e da quando Livorno è diventata città, nel 1606, tutto è stato riportato e scritto. Abbiamo delle conoscenze storiche tramandate anche dei secoli precedenti. L’edificazione della Fortezza Vecchia risale al 1100 e un sisma si verificò poco dopo. Diciamo, però, che i terremoti più famosi, storicamente parlando, sono abbastanza recenti e sono del 5 aprile 1646, del 17 gennaio del 1742 e del 14 agosto 1846, che però colpì Orciano Pisano, distruggendo l’intero paese. È noto anche il terremoto di Pasqua, del 22 aprile 1984, che ebbe una Magnitudo di 4.2». La nostra, dunque, è una zona sismica, ma non per questo dobbiamo preoccuparci. «Un terremoto colpisce dove ci sono delle faglie, perché si tratta di uno scivolamento, a una distanza più o meno profonda, di due masse. A un certo punto si rompe un equilibrio e si ha la scossa, che poi arriva fino in superficie. Un terremoto, dunque, si verifica dove avvengono movimenti sismo-tellurici. Dalle altre parti no. Un esempio è la Sardegna. Pur avendo avuto diversi fenomeni, nella storia di Livorno non si sono mai verificati episodi gravi, ma sempre di mediopiccola intensità. Catastrofi non ce ne sono mai state perché non facciamo parte della zona ad alto rischio». Eppure la nostra città è vicina a due faglie. «La prima è una faglia parallela all’Appennino che è presente all’altezza della Meloria. L’altra è trasversale all’Appennino, parte da Calambrone e si estende fin verso Pondedera». Essendo una città di mare, i terremoti a Livorno hanno anche causato dei piccoli tsunami. «Il maremoto più famoso è quello che si verificò dopo il 1742, conosciuto da tutti per il Voto fatto alla Madonna di Montenero. Francamente non credo che l’acqua sia arrivata fino al primo piano di piazza Grande, perché dovrebbe aver avuto una forza troppo grande rispetto all’entità della scossa, per raggiungere quell’altezza, superando il molo, la banchina e tutta via Grande. Con questo non metto in discussione il valore simbolico e religioso della credenza, ma mi sembra molto difficile». Infine, una precisazione. «La scala Richter è esponenziale e indica l’energia liberata dalla scossa. Ogni 0,2 di intensità, si aumenta del doppio. Superato il livello 6 il terremoto è distruttivo. Il massimo mai raggiunto a Livorno è 5.2, quindi possiamo stare abbastanza tranquilli».

N.C.