"L'idrogeno solforato è una sostanza killer che ha già ucciso in passato"

Maurizio Marchi (Medicina Democratica) elenca i precedenti casi di intossicazione grave avvenuti principalmente in siti industriali

Il laghetto geotermico a Sasso Pisano in cui ha perso la vita Mauro Lai

Il laghetto geotermico a Sasso Pisano in cui ha perso la vita Mauro Lai

Cecina (Livorno), 20 aprile 2017 - Una ipotesi, quella avanzata da Maurizio Marchi di Medicina Democratica in merito al decesso di Mauro Lai avvenuto all’interno di uno dei laghetti termali a Sasso Pisano, che viene avvalorata anche da alcuni precedenti simili avvenuti in Italia negli anni passati. E sempre con unico comune denominatore la presenza di idrogeno solforato, detto anche acido solfidrico. Il primo caso risale al 30 gennaio 1986, alla raffineria Stanic di Livorno, dove persero la vita quattro operai rimasti intossicati uno dopo l’altro nel tentativo, purtroppo inutile, di salvarsi la vita a vicenda. Gianluca Nardi, Wladimiro Cecchetti, Domenico Maglione e Massimo Giampietro, tutti sotto i trent’anni, furono uccisi mentre lavoravano in una vasca di decantazione a cielo aperto.

“Uno di loro – sottolinea Maurizio Marchi – stava installando una valvola tra due condutture, quando intossicato dall’idrogeno solforato, che ha la particolare e insidiosa caratteristica di inibire l’olfatto, perse i sensi. Un secondo operaio accorse per aiutarlo, ma perse a sua volta conoscenza, così il terzo e il quarto. Un quinto operaio provò a sua volta a fare qualcosa, ma poi si allontanò per chiedere aiuto, salvandosi. Mi ricordo le cronache dell’epoca che scrissero che gli operai spirarono senza avere neppure la forza di emettere un grido”. Nardi e Cecchetti erano dipendenti della ditta Montano, Maglione e Gianpietro della cooperativa Acli Labor, tutti lavoravano nella vasca senza maschera o altre protezioni. Ma anche venti giorni prima, ovvero il 10 gennaio 1986, si verificò un incidente simile all’interno della fabbrica dell’Acna a Cengio, in provincia di Savona: in quel caso due operai furono gravemente intossicati dall’idrogeno solforato, ed altri venti intossicati meno pesantemente, tutti ricoverati in ospedale. Stessa cosa il 12 febbraio del 1986 al porto di Marghera, a farne le spese furono due portuali, uno dei quali riportò un trauma cranico per la caduta a terra.

“Di incidenti legati all’inalazione di idrogeno solforato purtroppo ne sono accaduti molti – conclude Maurizio Marchi –. C’è anche uno studio del novembre 2007 svolto da due ricercatori dell’Università di Los Angeles, Maria Rita D’Orsogna e Thomas Chou, che descrive gli effetti sulla salute di basse dosi di idrogeno solforato. L’H2S, classificato ad alte concentrazioni come veleno, a basse dosi può causare danni neurologici come vertigini, svenimenti, confusione mentale, tremori, nausea, convulsioni, perdita di conoscenza e difficoltà di respirazione”.