Violenza inaudita in gioielleria. Il rapinatore ha finalmente un nome

Si tratta di un albanese di 28 anni, ancora in fuga. È caccia all’uomo

A sinistra l’uomo di 28 anni immortalato pochi istanti prima della rapina

A sinistra l’uomo di 28 anni immortalato pochi istanti prima della rapina

La Spezia, 27 maggio 2016 - Ha un volto e un nome l’autore della rapina alla gioielleria Benedetti di via Prione. Ed ora è caccia all’uomo. Si tratta di A.D., albanese di 28 anni, in fuga da quando, il 20 maggio, ha messo a segno quella rapina che ha ingenerato preoccupazione e sdegno in città. Identificando l’uomo, i poliziotti hanno scoperto che il ventottenne si è reso protagonista, in Toscana, di furti in appartamento. Quella mattina, A.D. ci ha pensato e ripensato a commettere quel furto che avrebbe dovuto fruttargli un bel po’ di gioielli da poter rivendere per assicurarsi un po’ di denaro. Ha fatto più di un sopralluogo e, poi, si è deciso ad agire, consapevole che il furto avrebbe potuto trasformarsi in rapina, come testimonia la mazzetta da muratori che aveva portato con sé. Mazzetta che ha usato, senza pietà, per colpire ripetutamente la figlia della titolare, che, prima, ha saputo reagire con decisione all’improvvisa aggressione e che, poi, è finita in ospedale per i colpi con il martelletto ricevuti in testa.

Gli uomini della squadra mobile coordinati da Girolamo Ascione e guidati dal sostituto procuratore Maurizio Caporuscio, hanno lavorato senza sosta per individuare l’uomo che alle 12.40 di una settimana fa è entrato nella gioielleria chiedendo di visionare un bracciale d’oro e che, quando la donna si è girata e chinata per prendere il rotolo che custodiva i gioielli, ha colpito alla testa. Il malvivente non aveva messo in conto che la donna avrebbe continuato a ribellarsi e, così, è stato costretto a prenderla di peso e spostarla in un angolo buio del locale – lontano dagli occhi indiscreti dei passanti – e colpirla ancora. Ma quel trambusto aveva già messo in allarme i proprietari dei negozi vicini che sono accorsi, costringendo l’uomo a fuggire con pochissimi oggetti. Qualcuno ha tentato di seguirlo ed è stato proprio il fatto che il rapinatore sia ‘sparito’ improvvisamente dalla vista degli inseguitori a far pensare agli investigatori della Mobile che avesse un rifugio, un appartamento o un’auto. A questo, si è aggiunto un certosino lavoro di analisi dei filmati delle telecamere di sorveglianza installate in zona, dai cui fotogrammi è stato possibile ricostruire i movimenti del giovane. Era passato più volte, quella mattina, davanti alla gioielleria. E vi era entrato un paio di volte nell’arco di venti minuti. Dopodiché si è deciso ad agire. La squadra mobile ha battuto a tappeto tutta la zona arrivando a scoprire l’appartamento in cui l’uomo, ospite di alcuni connazionali che sembrano estranei a quanto accaduto, aveva trovato rifugio. E dal quale si è ben presto allontanato. Ora è un uomo in fuga su cui grava una denuncia per rapina e tentato omicidio.