Va sotto i ferri ma l’ernia rimane. "L’operazione solo sulla carta"

Dei due interventi programmati ne eseguono uno, alla coliciste

Medici durante operazione chirurgica (foto di repertorio)

Medici durante operazione chirurgica (foto di repertorio)

La Spezia, 18 ottobre 2017 -  ERA entrato in sala operatoria per essere essere oggetto di due interventi chirurgici: alla colecisti e all’ernia ombelicale. Alla distanza, dopo la rimozione dei punti e il pressing per capire come mai attorno all’ombelico la situazione non era mutata e permanessero i fastidi, ha scoperto che solo la prima operazione era stata eseguita. Una dimenticanza? Questione di premure sanitarie perché due interventi contemporanei potevano far sorgere complicazioni?

«Ho ottenuto dall’Asl - dice Giampaolo Gonella, 59 anni, commerciante in pensione, residente a Carrodano - risposte evasive. Una cosa è certa: all’atto del ricovero, all’ospedale di Sarzana, era scritto nero su bianco che dovessi subire due operazioni. Una prospettiva aperta dalle visite preliminari, a cui fu sottoposto a Levanto. Io stesso, il 21 giugno scorso, quando entrai in sala operatoria, chiesi, e ottenni, assicurazioni a tal riguardo… per me era più importante fronteggiare l’ernia ombelicale, fonte di disagi».

Così, però, non accadde. Giampaolo è ancora alle prese con i soliti dolori ed è in attesa di una telefonata dell’Asl per essere sottoposto all’intervento agognato. Nel frattempo ha messo in pista un legale, l’avvocato Giancarlo Rossetti, affinché promuova un’azione tesa ad ottenere un risarcimento per i danni patrimoniali e morali subiti dalla vicenda.

«A CAUSA dell’omissione il signor Gonella - scrive il legale della missiva - non solo è rimasto per un mese nella convinzione di di essere stato operato di ernia ombelicale (circostanza poi apparsa come non vera) ma dovrà essere nuovamente ricoverato per affrontare l’altro intervento con ulteriori disagi e patemi d’animo; senza contare le difficoltà  che lo stesso sta affrontando a causa della persistenza dell’ernia ombelicale nel suo vivere quotidiano». La lettera è già arrivata a destinazione, con postilla di rito: «La richiesta di risarcimento danni ha effetto interruttivo della prescrizione».

«MA non voglio farne un caso personale - spiega Gonella - semmai vorrei che, anche rendendo pubblica questa storia crescesse nella sanità pubblica la sensibilità verso i pazienti, da trattare con le dovute premure, soprattutto, da non prendere in giro: io così mi sono sentito…preso in giro».

Perché?

«Perché ho percepito che di fronte alle mie domande per fare chiarezza su quello che era successo in sala operatoria la premura degli interlocutori era quella di non danneggiarsi. Fino a quando, papale papale, ho saputo che non ero stato operato di ernia. Mentre all’atto del ricovero avrei dovuto esserlo....»

Non è magari che l’ernia è riuscita, che siamo di fronte ad una recidiva?

«Lo escludo. E’ rimasta tal quale all’uscita dalla sala operatoria. L’ho vista dopo la rimozione dei cerotti. Ed è a quel punto che sono emersi mie dubbi, che poi hanno avuto conferma».«Ripeto, risposte evasive; e comunque disponibilità a rimettere mano al problema, con un’operazione ad hoc, per la quale sto attendendo la convocazione».

Corrado Ricci