Tirrenica fuori dallo 'Sblocca-Italia': per il 'corridoio' non ci sono i soldi

Nuove azioni del 'fronte del no'. E si chiede l’adeguamento dell’Aurelia

Enrico Rossi

Enrico Rossi

Grosseto, 31 agosto 2014 -  LA TIRRENICA è fuori dal decreto Sblocca Italia. Il governo conferma che i 270 milioni richiesti dal presidente di Sat non ci sono. L’ autostrada che avrebbe dovuto attraversare la Maremma scompare quindi dalle priorità delle infrastrutture italiche. Tornerà nel 2015? Difficile dirlo, di certo è che nel fronte politicamente trasversale che finora l’ha sostenuta sembra essersi aperta una crepa. L’unico effetto sicuro, per il momento, è che la Maremma continuerà a essere attraversata da una statale fatiscente, costellata di buche, priva di corsie di emergenza, con oltre quattrocento incroci a raso, con uno dei tassi di incidentalità più alti d’Italia, che per tredici chilometri corre solo su due corsie, che in occasione dell’ esondazione dell’ Albegna ha impedito il deflusso delle acque contribuendo a un disastro che nell’abitato di Albinia non dimenticheranno mai.

L’autostrada era davvero l’unico modo di risolvere questa situazione? No, secondo cinque sindaci (Livorno, Civitavecchia, Suvereto, Orbetello e Capalbio) e una galassia di associazioni e comitati che da anni continuano a chiedere a gran voce di riprendere in mano il progetto di adeguamento dell’ Aurelia. E intanto, per il prossimo mese, il «F r onte del No» sta preparando una mega manifestazione lungo la statale da Livorno a Civitavecchia, i due poli della fantomatica tirrenica oggi entrambi amministrati dal Movimento 5 Stelle. «Abbiamo preparato un documento per chiedere di abbandonare per sempre il progetto di un’autostrada — spiega Michele Scola, responsabile di Italia Nostra — e riprendere invece a parlare di adeguamento dell’ Aurelia. Lo stiamo proponendo ai cinque sindaci che hanno preso parte all’iniziativa di luglio a Borgo Carige e il primo cittadino di Capalbio, Luigi Bellumori, lo ha già firmato». «Si deve utilizzare i fondi pubblici solo ed esclusivamente per l’ ammodernamento e la messa in sicurezza dell’Aurelia — afferma il primo cittadino capalbiese — come previsto dal progetto Anas 2001, approvato dalla commissione ministeriale per la valutazione di impatto ambientale e da tutte le istituzioni e le parti sociali ambientalisti compresi. Rispetto alla negata concessione dei 270 milioni di euro pubblici, è rilevabile la contraddizione del principio base su cui si fondava la concessione medesima a Sat, ovvero la realizzazione dell’autostrada Tirrenica attraverso un project financing puro e senza oneri aggiuntivi da parte dello Stato».

Ma sulla realizzazione della Tirrenica c’è chi ha investito troppo per lasciare che la cosa passi in sordina. C’è il presidente della Regione, Enrico Rossi, che il prossimo anno si presenterà alle elezioni per chiedere il secondo mandato e che anche in un recente intervento ha confermato di ritenere una priorità assoluta la realizzazione del Corridoio. E c’è la Sat, il cui presidente ha ricoperto per anni il ruolo di commissario governativo per la realizzazione dell’infrastruttura e che dopo la richiesta di 270 ulteriori milioni di euro, dovuti alla riduzione delle stime di traffico che con questi numeri non renderebbe possibile rientrare negli investimenti, si è dimesso in aperta polemica con lo stesso governo che lo aveva espresso ma che ha poi tolto all’infrastruttura il «bollino» delle priorità. «Il problema della sicurezza si poteva risolvere da almeno quattordici anni — afferma Marco Sabatini, coordinatore provinciale di Sel ed ex vice presidente della Provincia — con il progetto di adeguamento dell’Aurelia commissionato a suo tempo dalla Provincia. Lo stralcio del finanziamento chiesto da Sat conferma il clamoroso errore della realizzazione di un’ opera ormai inutile, dannosa e pensata solo per far incassare il pedaggio dei cittadini maremmani a una società privata. Quei 270 milioni in Maremma devono però arrivarci comunque, per mettere in sicurezza il territorio senza aspettare ancora come invece sembrano intenzionati a fare in Regione».