Da una 'startup' all’emergenza laguna. Ecco chi guida il drone

Strumenti sofisticati pensati per il marketing

Alla macchina  da presa Yasser Lashin

Alla macchina da presa Yasser Lashin

Grosseto, 1 settembre  2015 - IN VOLO sulla laguna di Orbetello, per monitorare la situazione delle zone senza ossigeno. In volo sul versante di ponente e su quello di levante, ma senza staccarsi da terra. Sono i due soci di Test, una startup nata l’anno scorso da un’idea di Yasser Lashin e Glenda Becarelli. Trentenni, si occupano di maketing, ideando contenuti creativi per aziende private, consulenze, promozione anche attraverso foto e video. Per le riprese dall’alto hanno a disposizione tre droni. Così, quando dal Comune di Orbetello hanno chiesto il loro aiuto per tenere sotto controllo la laguna, loro non ci hanno pensato due volte: hanno messo da parte i lavori sui quali erano impegnati e hanno dato il loro apporto sul fronte di questa complicata emergenza ambientale. «Abbiamo tre droni – ci spiega Lashin – due dei quali li stiamo impegnando sulla laguna. Stiamo osservando dall’alto queste aree anossiche e consegnamo il materiale ai tecnici che stanno studiando la laguna». Macchine delicate, quadrirotori, con videocamera montata per scattare foto ad altissima risoluzione.

Un «giocattolo» di questo tipo costa tremila euro senza nemmeno l’equipaggiamento, che in questo caso è di ultimissima generazione. «Il Comune ci ha contattato – prosegue Lashin – perché qualcuno avrà parlato di noi e del nostro lavoro. L’azienda si trova a Orbetello, è nata qui e ha intenzione di rimanere qui, per cui ci sentiamo partecipi di tutto quello che è successo questa estate e volevamo fare la nostra parte nella gestione di questa emergenza. Il nostro è un compito impegnativo, perché le lagune sono spazi enormi. Ci vogliono almeno circa sei ore per sorvolare entrambi i versanti». «Il movimento che può fare un drone – aggiunge – non può farlo nessun altro mezzo. La laguna può essere sorvolata e fotografata dall’alto anche da aerei o elicotteri, ma un drone è l’unico mezzo che può avvicinarsi a cinque centimetri dall’acqua e poi risalire fino a cinquecento metri, ovviamente con tutte le autorizzazioni necessarie».

IL DRONE è dotato di una batteria a lunga durata che alimenta i quattro motori (ogni elica ne ha uno uno). È uno strumento di estrema precisione e per essere manovrato ha bisogno di un’adeguata preparazione. Ai comandi dei due droni che in questi giorni volano sulla laguna c’è il fratello di Yasser, Amir Lashin, un pilota «certificato» per droni, addestrato per i sistemi aeromobili a pilotaggio remoto (Sapre). Fisicamente, durante le operazioni, loro restano ai bordi della laguna, in postazioni che hanno studiato mappando l’area e trovando le zone che consentono un più ampio raggio di azione. Attraverso i loro monitor osservano in tempo reale tutto quello che vede l’occhio elettronico del drone e scattano le fotografie ad altissima risoluzione. Sono loro, insomma, i Signori dei droni che vegliano sulla laguna.

Riccardo Bruni