Migranti al lavoro nello scavo archeologico, il sindaco dice no: "Non legittimiamoli"

Rovente polemica

Due migranti (Foto NEWPRESS)

Due migranti (Foto NEWPRESS)

Grosseto, 15 settembre 2017 - Polemica rovente a Grosseto dopo l'accordo tra Prefettura e Soprintendenza dei Beni artistici e culturali. L'intesa prevede che una ventina di migranti saranno impiegati per compiti di pulizia e sorveglianza all'interno degli scavi archeologici di Roselle, un sito sempre molto amato e visitato. Il progetto, che coinvolge anche le cooperative che provvedono all'accoglienza dei migranti, non è piaciuto al sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna. Che via internet commenta l'accordo. 

"Il percorso che inizia oggi tra Prefettura e Soprintendenza - scrive il sindaco - ci preoccupa: pur consapevoli dell'importanza di tutelare il nostro patrimonio archeologico e del valore fondamentale del sito di Roselle, l'utilizzo dei richiedenti asilo sotto qualsiasi forma, anche quella che può sembrare lodevole, è un gesto pericoloso che, secondo noi, legittima sul nostro territorio la presenza di migranti economici. E bene ricordare che una minima percentuale dei richiedenti asilo risulta avere i requisiti per esserlo effettivamente, ma rimane comunque poi sul territorio, alimentando inevitabilmente criminalità e disagio sociale".

Il sindaco poi indica chi avrebbe potuto essere impiegato nell'area archeologica: "Altre scelte potevano avere priorità andando a vantaggio del recupero dei detenuti delle nostre carceri, ad esempio, come da noi proposto mesi fa, di tante associazioni volontaristiche o dei nostri giovani. Il pensiero corre inevitabilmente infatti ai nostri brillanti studenti di archeologia, per i quali al contrario non si trovano risorse per l’inserimento nel mondo del lavoro e il giusto riconoscimento della professionalità. Perché un conto è tutelare chi giustamente fugge dalla tragicità della guerra, altro è condividere la politica migratoria scellerata di un governo centrale che, di fatto, sostiene il traffico degli uomini verso il nostro Paese, ponendo le basi per pericolosi disequilibri sociali, demografici e ed economici. La mia Amministrazione, che non è stata coinvolta - né tanto meno informata - nella genesi del Protocollo tra Prefettura e Soprintendenza, è concettualmente contraria al contenuto di quel documento e alle sue implicazioni".