Piano di protezione del lupo, i sindaci protestano a Roma con gli allevatori

Se il progetto non viene discusso rapidamente si rischia uno stop

I sindaci della provincia di Grosseto nella capitale

I sindaci della provincia di Grosseto nella capitale

Grosseto, 24 febbraio 2017 - "So quanto siete importanti per l’ambiente e dunque la vostra attività deve essere in ogni modo protetta e valorizzata". Sono queste le parole che ha utilizzato il ministro dell’Ambiente Galletti per salutare i pastori e le rappresentanze di Confagricoltura e Cia di Grosseto che ieri si sono recate a Roma per incontrarlo e per consegnargli un documento con le loro osservazioni e proposte integrative al piano di protezione del lupo.

Provvedimento che ricordiamo è stato congelato per la titubanza di alcune Regioni che hanno fatto una repentina e inaspettata marcia indietro rispetto a quanto manifestato in sede di conferenza Stato-Regioni. La delegazione, che si è fatta sentire grazie a fischietti, cori e striscioni, ricevuta dal ministro era composta dal vice presidente regionale e provinciale di Cia, Enrico Rabazzi, dal direttore di Confagricoltura Grosseto, Paolo Rossi, dai sindaci di Magliano in Toscana, Diego Cinelli, di Grosseto, Antonfrancesco Vivarelli Colonna, di Roccalbegna, Massimo Galli e di Manciano, Marco Galli. Presenti anche due allevatori: Virgilio Manini e Fernando Tizzi, oltre ai rappresentanti nazionali dell’Ispra.

"Non possiamo più avere tentennamenti – ha spiegato il direttore Paolo Rossi -. Se il piano non viene discusso rapidamente con le modifiche che abbiamo richiesto si rischia uno stop che non è utile né al mondo della pastorizia e neppure a risolve il problema. Faccio notare – ha aggiunto Rossi – che il permanere di questa situazione di stallo mette a rischio il settore allevatoriale ovicaprino che, oltre a rappresentare un formidabile valore economico, assolve anche a un ruolo di presidio ambientale di tutela delle aree rurali dove esso insiste".

"Galletti – ha detto il presidente, Enrico Rabazzi - ha prima ringraziato gli allevatori per la compostezza e la civiltà della protesta, partecipato da oltre trecento allevatori in rappresentanza delle delegazioni di Toscana, Lazio, Umbria e Puglia, e poi ne ha sottolineato l’importanza al fine di giungere alla approvazione definitiva del piano senza che la posizione assunta da alcune Regioni, indecise e filo animaliste, ne stravolga i contenuti".

Nell’incontro di oltre un’ora sono state ascoltate dal ministro le testimonianze quotidiane dei due allevatori Manini e Tizzi che hanno rappresentato le problematiche e le difficoltà che vivono con la famiglia, salvo poi stupirsi per la mancanza di una delle rappresentanze del mondo sindacale agricolo.

"Abbiamo fatto presente al ministro – prosegue Rabazzi – che, nonostante esistono purtroppo visioni con logiche diverse, oggi eravamo in piazza non come Cia e Confagricoltura. Con noi c’erano tutti gli allevatori. Abbiamo rinunciato alle nostre insegne e colori e indossato solo cappellini bianchi, mossi da un forte senso di responsabilità anche nei confronti di coloro che non hanno potuto lasciare le aziende. Chi non ha partecipato al sit in e all’incontro – conclude - ha perduto un’occasione per difendere gli allevatori, preferendo tutelare un altro mondo e un’altra economia".