"Noi grossetani a Londra abbiamo imparato a convivere con la paura"

I racconti del dopo attentato da parte di alcuni ragazzi che pur essendo residenti in Maremma vivono per lavoro o per studio nella metropoli londinese

Attentato Londra, un poliziotto presidia la zona del Parlamento (Lapresse)

Attentato Londra, un poliziotto presidia la zona del Parlamento (Lapresse)

Grosseto, 24 marzo 2017 - Sono numerosi i grossetani che in questo periodo si trovano a Londra per motivi di lavoro o di studio e che mercoledì hanno vissuto le drammatiche ore dell’attentato a Westminster. Un ragazzo di Ribolla è impiegato come aiuto cuoco in un ristorante vicino al museo delle cere, mentre una giovane fa la cameriera in un pub a pochi passi dal Parlamento inglese. Altri ragazzi svolgono lavori diversi in altri quartieri londinesi. Nessuno di loro è fortunatamente rimasto coinvolto nell’attentato.

Negli istanti immediatamente successivi all’attacco, una 26enne di Grosseto che lavora in un teatro vicino a Westminster rispondendo a un messaggio su whatsapp ha rassicurato familiari e amici circa le sue buone condizioni di salute, aggiungendo una descrizione di quanto poteva vedere fuori dal suo posto di lavoro. «Il teatro è abbastanza vicino al luogo dell’attentato – scriveva – e per questa ragione ci hanno detto di non uscire. Ma la situazione appare sotto controllo».

Testimonianza che combacia con il racconto di un’altra grossetana, Silvia Canuti, impiegata come receptionist in un albergo del centro. «Ieri – racconta a La Nazione – è stata una giornata pesantissima, io ho avuto la notizia da alcune persone che conosco che si trovavano all’interno del Parlamento e non riuscivo a capire. Nessuno ci riusciva. Sono cominciate a venir fuori notizie di vario tipo, ‘panic’, perché non sapevamo se era finita o se ci sarebbe stato un seguito. Il sentimento più forte, ieri (mercoledì) è stata certamente la paura, ma oggi Londra si è svegliata compatta, un insieme di persone diverse provenienti da tutto il mondo, unite, che hanno sentito il bisogno di comunicare la loro solidarietà ad una città che ha sempre accolto tutti. Passata la paura – conclude Silvia – tutti sono d’accordo che Londra andrà avanti, e per un giorno sembra perfino che i problemi creati da Brexit siano spariti. I messaggi di solidarietà e di volontà a non cedere dei londinesi, (di nascita o acquisiti) sono stati molto più forti dell’ovvio discorso che ieri sera ha fatto la May».

Il lavapiatti di un ristorante vicino a Buckingham Palace: «Se vivi a Londra devi mettere nel conto la paura; quattro gli attacchi in pochi anni. Ti abitui».Il gruppo musicale «The Hod» di solito si esibisce a Trafalgar Square: «Per fortuna mercoledì siamo rimasti in casa, il centro di Londra è stato blindato».