San Lorenzo, notte ad alta gradazione: ecco il mercato in versione dormitorio

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Uno degli ubriachi che ha dormito al mercato

Uno degli ubriachi che ha dormito al mercato

Firenze, 30 luglio 2014 - Mentre  le istituzioni fiorentine lavorano per mettere in bianco e nero gli ultimi dettagli della nascente intesa locali-minimarket-residenti, l’accordo che dovrebbe mettere un freno alle serate ad alta gradazione del centro storico, la notte fiorentina si arricchisce di altri due scatti. Due ragazzi completamente fatti, dopo aver girovagato per il rione, sono crollati sulle scalinate del Mercato centrale. I due giovani sono così ben carburati di alcol da sprofondare in un sonno che nemmeno il crescente vocio e le sbirciatine dei curiosi sono riusciti a disturbare. I due, indisturbati, continuano a dormire, come se nulla fosse.

E’ successo nella notte tra lunedì e martedì: un’altra serata fuori controllo, passata tra gli alcol shop, sacri pulpiti dell’alcol «shot and go», e le scalinate della basilica di San Lorenzo, fino a schiantare poi in terra in piazza del Mercato. E’ da poco passata la mezzanotte quando il tintinnio del vetro calciato sull’asfalto sveglia qualche residente. U rla, risate fragorose, poi il frastuono delle lattine prese a calci e finite contro il cestino della spazzatura. «Non si reggevano nemmeno in piedi» commenta una cittadina. «Ma è possibile ridursi in queste condizioni?» scuote la testa. Nell’aria si respirano anche i vapori di fumo e cibo ‘maldigerito’. Un odore nauseabondo.

Poco distante si fuma qualche canna «come accade di solito nei giorni in settimana», qualche litigio abbozzato mentre alcune straniere si trascinano per strada seguite dagli imbroccatori di turno, anche loro ben carichi di birra. Il centro storico è «free alcol», e a quanto pare in tanti pensano di approfittarne. Regole? Macché, nessuna. Zero assoluto: vodka a volontà e sballo. Le notti alcoliche fiorentine restano una spina nel fianco del rione, un disagio a cui — almeno fino a questo momento — non è mai stata trovata una soluzione. Da un lato i residenti chiedono «che sia tutelato il diritto alla salute dei cittadini e il rispetto della propria vita familiare. Diritti — spiegano — che sono sistematicamente violati ogni notte».

Dall’altro ci sono i gestori dei minimarket, stanchi di essere additati come gli unici responsabili del fracasso notturno, alcuni dei quali sono disposti a darsi delle regole pur di non trovarsi di fronte all’ennesima ordinanza. Eppoi ci sono i locali: in via dei Benci pronti da un bel pezzo a firmare un accordo e a farsi carico delle spese di monitoraggio della zona. Gli esercenti si impegnerebbero a dotarsi, in forma associata, di un numero congruo di addetti al controllo, come da indicazione della Questura. Di tutto questo si parlerà venerdì in un tavolo convocato dal prefetto Varratta e a cui parteciperanno le associazioni di categoria Confesercenti e Confcommercio, un rappresentante dei residenti, il portavoce dei minimarket e naturalmente il Comune di Firenze, in prima linea per combattere gli effetti negativi della movida. Proprio domani dovrebbero entrare in azione gli idranti antibivacco. Uno dei punti critici — che potrebbe mettere in discussione l’accordo — sono gli orari. I residenti insistono sulla necessità di una chiusura anticipata, i locali che dovranno sostenere a proprie spese gli addetti ai controlli, chiedono di poter essere messi in condizione di lavorare. Che per loro vuol dire abbassare le saracinesce alle due in settimana e alle tre il venerdì e il sabato. La nascente intesa dovrebbe partire a settembre in via dei Benci, come una sperimentazione di un mese, per poi essere replicata anche nelle altre zone bollenti della città. Un modello, che se vincente, potrebbe fare da capofila in tutto lo Stivale.

Rossella Conte

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