La grande storia di Antonucci, lo psicanalista dal volto umano

Il bel docu-film di Alberto Cavallini presentato in anteprima a Firenze

Il regista Cavallini, Antonucci, Borchi e Forconi

Il regista Cavallini, Antonucci, Borchi e Forconi

Firenze, 20 giugno 2017 - Non poteva non essere raccontata l’affascinante storia del professor Giorgio Antonucci, psicanalista lucchese che ha impegnato con coraggio tutta la propria vita per battersi contro i metodi coercitivi in psichiatria. Per fortuna ci ha pensato il regista fiorentino Alberto Cavallini che, partendo da un progetto di Laura Mileto, ha realizzato lo splendido e toccante docu-film "Se mi ascolti e mi credi".

Il sottotitolo spiega ancora meglio la filosofia di Antonucci, da anni residente a Firenze. "Il dottore senza camice", perché come ha sempre sostenuto lo psicanalista, "togliersi il camice abbatteva la distanza tra medico e paziente, abbattendone le gerarchie".

E il docu-film che con grande tatto ed eleganza "entra" nei drammi vissuti per anni nei manicomi, è stato presentato in anteprima, domenica pomeriggio al cinema teatro La Compagnia, alla presenza di parte del cast tecnico e artistico. Primo fra tutti, Francesco Borchi che ha avuto il difficile compito di interpretare il professor Antonucci da giovane. E poi ancora Francesco Ciampi, Giusy Merli, Sergio Forconi e tanti altri.

Tanti applausi e tanta commozione al termine della proiezione che davvero ha toccato il cuore degli spettatori. Una vera e propria ovazione da parte del pubblico presente, all’arrivo del vero professor Antonucci, che nel docu-film si racconta con estrema sincerità, ricordando quando sia stato difficile «lottare» per rendere migliori le condizioni di vita dei pazienti , per liberarsi definitivamente del Tso e delle camicie di forza. Non a caso, Giorgio Antonucci ha lavorato a lungo con Franco Basaglia. E’stato amico e collega del firmatario della storica legge entrata in vigore nel 1978, portando un cambiamento epocale in psichiatria, chiudendo definitivamente i manicomi, luoghi di orrore e torture.

Una lunga e toccante storia quella di Antonucci, nato a Lucca nel 1933, trasferitosi prima a Livorno e poi a Firenze, infine a Siena per terminare gli studi. Le esperienze negli ospedali di Gorizia e di Imola, ed anche San Salvi di Firenze. Le collaborazioni con il professor Cotti che lo chiamò per cambiare il corso della storia.

"Voglio il reparto peggiore che hai" rispose Antonucci, "il reparto delle agitate, in fondo al manicomio". Laddove da anni c’erano ricoverate pazienti, legate ai letti da vent’anni, donne che da quarant’anni non si guardavano allo specchio e avevano avvertito il proprio invecchiamento, solo guardandosi le mani. Storie terribili, storie raccontate in Se mi ascolti e mi credi. La vita di un uomo straordinario, raccontata da un regista di talento. Dopo l’anteprima di domenica, il film che si avvale della bella voce fuori campo del doppiatore toscano Ivano Bini, sarà in programmazione su Rai Storia, lunedì 26 giugno alle 23, nella giornata mondiale contro le torture.

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