«Attacco mediatico al premier». Il Governatore Rossi sta con l’ex nemico

Il padre di Renzi indagato, Rossi denuncia: Matteo infastidisce i potenti /BANCAROTTA FRAUDOLENTA: INDAGATO IL PADRE DI RENZI/MI DIMETTO DA SEGRETARIO PD DI RIGNANO

Enrico Rossi

Enrico Rossi

Firenze, 20 settembre 2014 -  SEMBRA di ascoltare Daniela Santanchè, invece sono parole di Enrico Rossi, il governatore bersanian-cuperliano della Toscana. E a provocare lo smottamento iper-garantista del presidente è l’i nchiesta genovese su Tiziano Renzi, padre del premier Matteo, indagato dalla procura per bancarotta fraudolenta di un’azienda di famiglia.

UN’ALTRA ‘magia’ renziana? Forse no, ma l’impeto di Rossi è forte. «Perché la notizia di quell’inchiesta, peraltro già nota da almeno sei mesi — si arrabbia il governatore — oggi diventa notizia così rilevante? Allora mi potrei chiedere, è diventata una notizia forse perché i potentati economici e mediatici hanno deciso che Renzi bisogna bombardarlo un po’ perché ha rotto i c... a qualcuno?». Un fiume in piena. E l’intento è chiaro: «Bisogna trovare il modo di raffreddare questo circuito mediatico-giudiziario». È vero che il Rossi toscano aveva già raccolto stupore e qualche polemica quando, solo pochi giorni fa, aveva dichiarato, con chiarezza e senza la solita pruderie di sinistra, che si sarebbe candidato per il suo secondo mandato da governatore anche se rinviato a giudizio dalla Procura di Massa nell’ambito dell’inchiesta sulla Asl che già lo vede indagato. Altro che i passi indietro di Matteo Richetti di là dall’Appennino! In terra Toscana, dove il premier gioca in casa e a marzo si vota per il rinnovo del consiglio regionale, soffia un vento diverso. A Rignano soprattutto. Dove il Pd locale è tutto schierato con i Renzi, figlio e padre, naturalmente. IL SINDACO Daniele Lorenzini che di Tiziano è anche il medico curante e non teme crisi alcuna per la salute e l’umore del suo paziente, minimizza: « Il nostro è un partito unito, ma unito per davvero, non com’è il Pd da altre parti». Stoccata a chi vorrebbe vedere o provocare divisioni. «Martedì sera — racconta — quando Tiziano ci ha spiegato la storia, abbiamo dedicato al massimo un quarto d’ora a questa faccenda. In oltre due ore d’assemblea. Ci rendiamo conto?». Fronti distanti di un Pd frastagliato e sempre più ‘elastico’ che si avvicinano. «Perché — va avanti con piglio deciso Rossi — sei mesi fa il Corriere della Sera metteva in grande evidenza che Tiziano era un simpaticone? Questo è un Paese malato, ed è palese che non tiene più». Dall’inchiesta di Genova, emerge che ci sarebbero altre società, oltre alla Chil post e alla Evento 6, nel mirino della procura. Gli investigatori, infatti, stanno vagliando i rapporti tra la Chil Post e altre società che le gravitavano attorno, per valutare comportamenti pregressi che avrebbero potuto influire sulle dinamiche che hanno portato al fallimento la società di distribuzione dei giornali. I PM avrebbero rilevato alcune anomalie nella cessione, al prezzo molto basso di 3.800 euro, di un ramo d’azienda alla Eventi 6, di proprietà della madre di Renzi, Laura Bovoli, e alle due figlie, passaggio che avrebbe contribuito di fatto al fallimento societario della Chil. Ma Rignano, il paese dei Renzi, resta unito intorno alla sua famiglia più in vista. Anche se, nei bar e in piazza, ieri non si parlava d’altro. Stefano Brogioni e Paola Fichera 

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