Concordia, processo d'appello a Firenze, gli avvocati chiedono sconto per Schettino

Il comandante non ci sarà, a meno che non siano i giudici a volerlo sentire in aula

Francesco Schettino

Francesco Schettino

Firenze, 27 aprile 2016 - Undici udienze nel solo mese di maggio e un imputato eccellente, dal grande peso mediatico, che però non si farà vedere a meno che non lo chiedano i giudici. Parte a Firenze, nella giornata di giovedì 28 aprile alla Corte d'Appello, il processo di secondo grado per la tragedia della Costa Concordia. E' l'ex comandante Francesco Schettino l'unico imputato. In primo grado, l'11 febbraio 2015, Schettino fu condannato a 16 anni. Le imputazioni furono quelle di omicidi plurimi colposi, disastro colposo e abbandono di persone minori o incapaci.

Furono 32 i morti nella sera del 13 gennaio 2012, quando la Costa Concordia naufragò sugli scogli dell'isola del Giglio. Immagini indelebili per quella che è stata una delle sciagure più grandi della marineria italiana. Contro la sentenza di primo grado ricorrono dunque i difensori di Schettino, Saverio Senese e Donato Laino.

Gli avvocati chiedono l'assoluzione dell'ex comandante, ritenendo che nel processo siano stati fatti alcuni errori. L'appello contro la sentenza è stato fatto anche dalla procura di Grosseto, che chiede una pena ben più alta dei 16 anni, ovvero 26. Schettino non sarà a Firenze. Non vuole sovraesposizione mediatica e sarà in aula solo se i giudici lo dovranno ascoltare. 

Il processo di primo grado, con le tante parti civili coinvolte, si è svolto al Teatro Moderno di Grosseto. Gli atti del processo sono di 55mila pagine. Nella sentenza i giudici hanno scritto che Schettino, nel momento in cui prese la scialuppa di salvataggio, scelse di restare all'oscuro del destino delle oltre duemila persone a bordo. 

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