Il D-day fissato dagli attivisti del Comitato Palestina Siena è trascorso, ma non c’è stato, come si era venuto delineando già martedì pomeriggio, alcun incontro con i rettori Roberto Di Pietra e Tomaso Montanari. La protesta è quindi andata avanti e andrà avanti fino a venerdì. La acampada è ancora all’ingresso del Polo Mattioli, anzi, le tende sono aumentate di numero. La giornata di ieri è trascorsa in un clima di febbricitante tensione. I manifestanti hanno infatti sperato fino all’ultimo che almeno uno dei due rettori si presentasse all’assemblea delle 17.30. Con delle lettere aperte gli studenti avevano fatto precise richieste e chiesto di presentarsi all’assemblea per instaurare un dialogo. Così non è stato, e gli attivisti hanno deciso in congresso di proseguire l’occupazione pacifica fino a venerdì, con lo scopo di aggregare più persone possibili, non solo studenti ma anche cittadini, professori e ricercatori e fare pressioni sui due rettori.
Dopo lunedì notte, anche martedì oltre trenta attivisti hanno scelto di passare la notte all’ingresso del Mattioli, dormendo in tenda, e nella giornata di ieri si sono radunati ancora più manifestanti. All’assemblea del pomeriggio è stato invitato a partecipare anche il personale tecnico amministrativo, ricercatori e docenti delle università. Ancora una volta si è discusso sulla necessità o meno per l’Università di Siena e l’Università per Stranieri di affermare una chiara condanna dell’aggressione israeliana nella Striscia di Gaza, la cessazione degli accordi con Israele, e l’erogazione di misure a favore del popolo palestinese.
Eleonora Rosi