Concordia: naufraga riconsegna stola al parroco del Giglio: la usò per coprirsi quella notte

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La Costa Concordia in viaggio verso Genova (Ansa)

La Costa Concordia in viaggio verso Genova (Ansa)

Grosseto, 5 settembre 2014 - E' tornata al Giglio dal Venezuela per restituire al parroco una stola con la quale si era coperta la sera del naufragio e per ringraziare i gigliesi dell'aiuto ricevuto. Egly Cabrera, agente immobiliare di Margarita (Venezuela), era a bordo della Concordia la notte del naufragio il 13 gennaio 2012 e, scesa a terra con la penultima scialuppa, si era rifugiata nella chiesa aperta ai naufraghi dal parroco Lorenzo Pascuotti. "Eravamo tutti infreddoliti - racconta -. Io avevo indosso solo jeans, una maglietta e ciabatte di plastica.

In chiesa si gelava. Con la mia amica ci siamo rintanate nel confessionale che ci pareva piu' caldo. Li' ho visto quella stola e me la sono messa intorno al collo. Poi nella confusione generale mi e' rimasta. Alla fine l'ho portata con me in Venezuela ma ho sempre pensato che avrei voluto restituirla e ringraziare quel prete che si era prodigato tanto". La testimonianza e' stata raccolta dall'ANSA che ha incontrato la donna durante una vacanza in Italia.  E cosi' Egly e' tornata al Giglio. "L'emozione e' stata fortissima. Durante il volo da Barcellona a Roma - confessa - ho iniziato a piangere e di nuovo ho pianto entrando in chiesa. Il parroco e' stato calorosissimo. E cosi' tutti i gigliesi che ho rivisto. Sono persone speciali. In particolare, con una coppia che mi ha accolto e rivestita quella notte, sono rimasta in contatto. Ci sentiamo una volta al mese e presto verranno a trovarmi in Venezuela". 

 E' tornata al Giglio dal Venezuela per restituire al parroco una stola con la quale si era coperta la sera del naufragio e per ringraziare i gigliesi dell'aiuto ricevuto. Egly Cabrera, agente immobiliare di Margarita (Venezuela), era a bordo della Concordia la notte del naufragio il 13 gennaio 2012 e, scesa a terra con la penultima scialuppa, si era rifugiata nella chiesa aperta ai naufraghi dal parroco Lorenzo Pascuotti. "Eravamo tutti infreddoliti - racconta -. Io avevo indosso solo jeans, una maglietta e ciabatte di plastica. In chiesa si gelava. Con la mia amica ci siamo rintanate nel confessionale che ci pareva piu' caldo. Li' ho visto quella stola e me la sono messa intorno al collo. Poi nella confusione generale mi e' rimasta. Alla fine l'ho portata con me in Venezuela ma ho sempre pensato che avrei voluto restituirla e ringraziare quel prete che si era prodigato tanto". La testimonianza e' stata raccolta dall'ANSA che ha incontrato la donna durante una vacanza in Italia.  E cosi' Egly e' tornata al Giglio. "L'emozione e' stata fortissima. Durante il volo da Barcellona a Roma - confessa - ho iniziato a piangere e di nuovo ho pianto entrando in chiesa. Il parroco e' stato calorosissimo. E cosi' tutti i gigliesi che ho rivisto. Sono persone speciali. In particolare, con una coppia che mi ha accolto e rivestita quella notte, sono rimasta in contatto. Ci sentiamo una volta al mese e presto verranno a trovarmi in Venezuela". 

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