Gallery dell’anima o del telefonino?

Risponde il direttore de La Nazione Marcello Mancini

L'editorialista de La Nazione Marcello Mancini

L'editorialista de La Nazione Marcello Mancini

Firenze, 31 luglio 2014 - CARO DIRETTORE, con l’abolizione del divieto di fare foto (e, peggio, ‘selfie’ davanti ai capolavori nei musei) perderemo definitivamente la rara opportunità di goderci l’arte con il giusto raccoglimento che ci deve essere in un luogo che espone il meglio dell’arte. Andare dietro alle deteriori mode del momento mi sembra una barbarie. Mariella Nocetti, via mail

 

VIA, CARA MARIELLA, non mi dica che i flash della macchine fotografiche distraggono la sua concentrazione di fronte a un’opera d’arte. Se vuole la mia opinione, de-musealizzare un museo è l’unico sistema per far conoscere meglio il nostro patrimonio. Il selfie è il nuovo linguaggio dei giovani, dunque consentire di usarlo davanti alla Venere o alla Gioconda, è anche un modo per incuriosire e per scoprire la storia di quei capolavori; dimostra che le grandi opere realizzate secoli fa possono dialogare con i sistemi oggi in voga fra i nostri ragazzi. Il concetto di museo come luogo incontaminato e culturalmente polveroso non solo è superato ma impedisce lo sviluppo e la divulgazione con strumenti più moderni delle ricchezze patrie. I musei dovrebbero essere aperti, non chiusi alle novità. Non credo che consentire di scattare foto a una grande bellezza possa disturbare chi desidera, in silenzio, catturarne il fascino e custodire il ricordo solo nell’anima anziché nella gallery di un telefonino. 

Marcello Mancini

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