Forteto, quando il Pci non volle ascoltare: in Regione il primo allarme su Fiesoli / LO SPECIALE

Nel 1980 un 'soccorso rosso' trasversale salvò la comunità del Profeta

Rodolfo Fiesoli

Rodolfo Fiesoli

Firenze, 1 luglio 2015 - La storia del Forteto spunta ovunque come la gramigna. E spunta in tempi, in luoghi e in modi così particolari che risulta davvero difficile credere che il mondo della politica non sapesse cosa davvero accadeva oltre le mura del regno del Profeta. Lo sapeva eccome. E non lo sapeva solo per le questioni giudiziarie che portarono all’arresto di Rodolfo Fiesoli e Luigi Goffredi nel 1979, un’inchiesta con i fiocchi che venne trasformata in burletta. Giudici, psicologi, politici, preti, avvocati, giornalisti. Guardarono tutti dall’altra parte. Anche quando guardare dall’altra parte era di fatto impossibile. Ma la politica sapeva fin dal 1980 che cosa era il Forteto e soprattutto non volle ascoltare chi già allora voleva far capire che qualcosa, lassù in Mugello, non tornava davvero.

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Perché lo sapeva? Perché se ne occupò il consiglio regionale della Toscana in una celebre seduta del 28 ottobre 1980. La storia è ben ricostruita e riportata alla memoria nel bel libro «Setta di Stato» di Duccio Tronci e Francesco Pini. In quel 1980 Fiesoli e Goffredi sono da poco usciti di galera, il presidente del tribunale dei minorenni Giampaolo Meucci si fida ciecamente del Profeta (ma perché non lo sapremo mai) e gli affida pure bambini down e la cooperativa agricola del Forteto muove i primi passi su un terreno di Bovecchio, nel comune di Barberino di Mugello. Quell’area appartiene a un’azienda agricola con cui il Forteto stringe un accordo: il terreno sarà acquistato dal Forteto grazie anche a un possibile mutuo regionale. Sembra tutto a posto ma all’improvviso l’intesa rischia di saltare. L’azienda vuole più soldi, altrimenti Fiesoli e i suoi accoliti dovranno fare le valigie da Bovecchio. Scatta un «soccorso rosso» trasversale: tutti e tre i sindacati Cgil, Cisl e Uil si schierano con il Forteto, ormai identificato come il modello sociale cui tende la sinistra di quei tempi. Scrivono Tronci e Pini nel loro libro: «La favola dei ragazzi che rompono con le loro famiglie e con i valori borghesi, che formano una comune e si dedicano alla coltivazione della terra e all’aiuto dei più deboli, affascina la sinistra e dà corpo a sogni e utopie in voga». E’ proprio così.

Finché il soccorso rosso approda alla Regione Toscana. Una delibera studiata ad hoc dal Pci – che la spaccia per questioni di politiche agricole – propone di comprare la fattoria di Bovecchio per 310 milioni di vecchie lire e poi affittarla al Forteto. Il 28 ottobre 1980 quella delibera arriva nell’aula del consiglio regionale e scoppia la bagarre. Perché ad assistere alla seduta ci sono alcuni genitori dei ragazzi del Forteto, che accusano Rodolfo Fiesoli di aver plagiato i loro figli, di averli strappati alle loro famiglie. Striscioni di protesta vengono esposti per amplificare il rumore della battaglia. Li appoggiano due consiglieri dell’opposizione: il fiorentino Camillo Andreoni del Movimento sociale e soprattutto Rinaldo Innaco della Dc.

Perché soprattutto? Perché Innaco è pratese e ha due parenti tra i fondatori della comunità di Bovecchio. Conosce molto bene ‘Foffo’ Fiesoli. Forse è uno di quelli che se lo ricordano, nella Prato di pochi anni prima, vestito da dottore al pronto soccorso dell’ospedale a scrivere finte ricette mediche. E dunque Innaco parla e attacca in aula. Denuncia «un atteggiamento sostanzialmente di cedevolezza verso il membri della cooperativa Il Forteto, asfissianti nelle loro sollecitazioni». Racconta dei divieti in vigore nella comunità di Fiesoli: niente rapporti eterosessuali, divisione netta fra maschi e femmine, nessun contatto con le famiglie di origine se non per picchiare i genitori. Ma la linea del partito comunista – nonostante i genitori in rivolta, le parole di Innaco e gli arresti di pochi mesi prima – è inflessibile e il Psi non ha la forza di smarcarsi da questa posizione, ricordando la fiducia nel Forteto riposta dal tribunale dei minori e dagli psicologi. La seduta si chiude con l’approvazione della delibera. Soccorso rosso ha salvato il Forteto.

 
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