Forteto, così fu bloccato il commissariamento

Gennaio 2013: in Regione vennero respinte le richieste delle opposizioni

La lettura della sentenza (Giuseppe Cabras/New Press Photo)

La lettura della sentenza (Giuseppe Cabras/New Press Photo)

Firenze, 22 giugno 2015 - Finì addirittura con le lacrime della presidente Pd Caterina Bini (oggi in Parlamento), la seduta della commissione consiliare allo sviluppo economico della Regione del 31 gennaio 2013. Stavolta, a scatenare uno dei tanti scontri fra opposizione e maggioranza sul caso Forteto – la comunità mugellana a cui venivano affidati minori, recentemente condannata per abusi sessuali – è la mozione, presentata dai consiglieri di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli e Paolo Marcheschi, che chiedeva il commissariamento della cooperativa (in cui figurano tutt’oggi molti dei 17 condannati) per i casi di mobbing e demansionamento emersi nel lavoro della commissione d’inchiesta regionale.

Mentre la procura istruiva il processo penale, la maggioranza in Regione continua ad essere garantista verso Fiesoli (già condannato per gli stessi reati nel 1985 assieme al suo braccio destro Luigi Goffredi): ne scaturisce un durissimo dibattito che culmina nell’abbandono della saletta da parte dell’esponente del Pd proprio sulla mozione dei due consiglieri di FdI. Donzelli e Marcheschi spingono per i provvedimenti alla coop ma la Bini, come risulta dai verbali – della seduta esiste anche un video – pretende di "sentire un’altra campana per completezza di informazioni": le rappresentanze formali, il collegio sindacale, le centrali cooperative, il gruppo dirigente. Per Donzelli è un "allungare il brodo": "Non si può tergiversare, c’era un mondo che ha chiuso gli occhi, tribunale compreso".

Donzelli si riferisce al fatto che fino al 2010 fossero continuati gli affidi di minori al Forteto nonostante la condanna definitiva di Fiesoli del 1985 per reati contro i minori e che la Corte Europea dei diritti dell’uomo nel 2000 avesse a sua volta condannato l’Italia per maltrattamenti al Forteto. Fiesoli, anzi, in certi ambienti, era un modello di educatore, intoccabile nonostante i precedenti. Ma torniamo alla riunione della commissione, nella quale la tensione è alle stelle: la Bini lascia l’aula e, in assenza del vicepresidente Nascosti, la seduta è sospesa. Sul piatto, c’è sempre la mozione pro commissariamento con cui Donzelli ‘sfida’ la maggioranza con il voto.

Non si arriverà a nessuna votazione e verrà ritirata anche la mozione di Fratelli d’Italia perché il frutto dei colloqui informali è un «patto» che viene annunciato al rientro della Bini in sala: la commissione invierà al presidente del consiglio Monaci (Pd) una lettera per chiedere un’ispezione straordinaria. Monaci scriverà al Ministero, il Ministero manderà gli ispettori, ma il Forteto non verrà commissariato.

Stefano Brogioni

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