Fascista vittima delle Foibe. Il Comune non va in chiesa per la messa in memoria

Il ricordo di un ex repubblichino divide Bivigliano

Il sindaco Leonardo Borchi (Germogli)

Il sindaco Leonardo Borchi (Germogli)

Vaglia, 22 ottobre 2015 - I fantasmi della guerra che tornano. E che chiedono il conto di aspetti della storia che, nella versione ufficiale, a volte differiscono dalla memoria popolare. Accade così che a Bivigliano, torni a sanguinare una ferita vecchia del 1943, nonostante una medaglia conferita negli anni scorsi dal Presidente della Repubblica (nell’ambito dei riconoscimenti consegnati in memoria delle vittime delle foibe e del conflitto sul confine orientale).

Con il sindaco, Leonardo Borchi, che si rifiuta di partecipare in forma ufficiale alla messa prevista per sabato in memoria di Giorgio Baldini, un giovane mugellano - partito volontario per la Repubblica sociale - caduto nel settembre 1943 sul confine orientale, a soli 16 anni. Le spoglie di Giorgio, ritrovate dai familiari due anni fa nel sacrario dei caduti di Oltremare a Bari, dopo varie ricerche e peripezie, sarà riportata a Bivigliano e in sua memoria sarà celebrata una messa cui parteciperanno una rappresentanza della Misericordia e degli Alpini. Ma non le insegne del comune. E il sindaco, Leonardo Borchi, in una lettera alla famiglia ha scritto che: «Non ritenendo acclarata la dissociazione di suo fratello dal fascismo non mi sento di poter rendere onori alla memoria per la divisa che indossava».

Il fratello di Giorgio, in procinto di partire per Bari, afferma: «Mio fratello è stato ucciso durante un pattugliamento il 23 settembre. Era passato troppo poco tempo dall’armistizio dell’8 settembre per operare una scelta consapevole». E ricorda come gli siano state conferita medaglia e pergamena dopo la legge sulle vicende del confine orientale. Borchi spiega di non voler fare polemica e che, sebbene in forma personale, andrà alla cerimonia. Ma ribadisce anche che il ragazzo era partito volontario a soli sedici anni e che subito dopo l’armistizio ai combattenti si presentarono poche scelte: continuare la guerra a fianco dei tedeschi, lavorare in Germania nelle fabbriche o finire nei campi di prigionia. Una fase drammatica della nostra storia che comunque vide migliaia di giovani scegliere di diventare partigiani e battersi per la libertà. Riflette il primo cittadino: una scelta deve pur essere stata fatta dal ragazzo in questione, ipotizzando che chi poi ha stilato il foglio matricolare non avesse a disposizione tutte le informazioni necessarie. La messa si terrà sabato alle 10,30 nella chiesa di San Romolo.

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