Il Mugello a Parigi, lo storico Ritz riapre e punta sull'artigianato toscano

Dario Biagioni, artigiano di Borgo San Lorenzo, ha creato per il lussuoso hotel parigino delle pale in noce massello e ottone che serviranno per portare il pane in tavola

Dario Biagioni con la pala richiesta dall'hotel Ritz

Dario Biagioni con la pala richiesta dall'hotel Ritz

Firenze, 28 maggio 2016 - Marcel Proust era un habitué del Ritz di Parigi, in place Vendôme, dove amava affittare una sala privata per cenare con intellettuali e poeti. Coco Chanel ci ha vissuto per trent'anni. Nelle sale sontuose del suo ristorante si sono seduti Charlie Chaplin, Greta Garbo, André Malraux, Orson Welles, Truman Capote, Oscar Wilde, Marlene Dietrich, Ernest Hemingway. L'atmosfera che si è respirata al Ritz, sin dal 1898, anno della sua apertura, è sempre stata quella di un mondo da mille e una notte, che ha perenne sapore fiabesco, costellato da personaggi ineffabili, leggendari. L'ultima coppia che è passata alla storia per aver trascorso le loro ultime ore di vita nella suite Imperiale dell'elegante palazzo di place Vendôme è quella di Lady Diana e Dodi Al-Fayed.

Tra qualche settimana, dopo una ristrutturazione durata quattro anni questo tempio del lusso spalancherà di nuovo le sue maestose porte. E sarà tirato a lucido più che mai: tre ristoranti, e tre bar, tra cui il celebre bar Hemingway, il Bar Vendôme, simile a un giardino d’inverno, e il Salone Proust, in cui sorseggiare un tè davanti al camino a legna, saranno a disposizione degli ospiti dell’hotel. 

E un pezzo del Mugello sarà lì, farà parte e contribuirà alla bellezza del nuovo 'abito' della struttura. Chi cenerà ai ristoranti del Ritz mangerà il pane appena sfornato e portato ai tavoli direttamente su pale in noce massello e ottone create a Borgo San Lorenzo dalle mani di un artigiano ventennale che col legno e materiali pregiati ha dimestichezza da anni: Dario Biagioni.

Nonostante il 'rodaggio' lavorativo la chiamata da parte del Ritz è stata per Biagioni del tutto inaspettata, una 'vera e propria sorpresa' che ancora lo lascia incredulo.

“Il fatto che l'albergo parigino mi abbia trovato - racconta l'artigiano -, io che ho il laboratorio in una stradina di campagna che neanche il gps trova, per me è un motivo di grande soddisfazione. Non sono io che ho cercato loro (il Ritz, ndr) insomma. Qui fuori non c'è neanche un'insegna. Hanno visto il sito, hanno valutato come lavoro e mi hanno contattato, chiedendomi uno schizzo, un disegno delle pale. A dire il vero, la prima mail non la presi molto sul serio tanto che il disegno lo feci con le matite di mia figlia perché sul momento non credevo neanche io che potesse andare in porto, poi, piano piano il progetto: ed eccoci qua”.

"L’armonia e la bellezza non sono espressioni effimere ed è nella ricerca del particolare e nell’attenzione precisa nel momento presente che l’uomo artigiano ritrova quel seme che mai deve dimenticare di accudire con ogni suo gesto. ...L’Amor che move il sole e l’altre stelle (Dante Alighieri, Paradiso, canto XXXIII)".

E probabilmente Dario Biagioni in questa frase di Dante, che ha messo in calce sulla sua pagina Facebook, ha trovato ispirazione per mettere nei suoi lavori quel particolare in più, quel quid che va oltre un gps, che ti fa trovare dagli altri nonostante tutto. Anche se si è in una stradina di campagna, lontani migliaia di chilomerti da place Vendôme.

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