Ai Weiwei, "gommoni" da record. Ora tocca a Bill Viola e al "Rinascimento elettronico"

La mostra personale dell'artista cinese ha chiuso con 150mila visitatori

Bill Viola, "Emergence"

Bill Viola, "Emergence"

Firenze, 23 gennaio 2017 - Una delle mostre d’arte contemporanea più visitate d’Italia negli ultimi anni. Se si considera che ciò è accaduto a Firenze, capitale dell’arte sì ma non di oggi, si può dire che è stato un vero successo. Chiude con 150mila visitatori la prima personale in Italia dell’artista cinese Ai Weiwei, che per quattro mesi ha occupato tutto Palazzo Strozzi, compresa la facciata quattrocentesca con la sua installazione “Reframe”, ribattezzata dai fiorentini i “canotti appesi”.

"Ospitare una simile retrospettiva qui a Firenze ha significato pensare alla città come a una moderna capitale culturale – ha spiegato Arturo Galansino, direttore generale della Fondazione Palazzo Strozzi e curatore della mostra – Una città non soltanto legata al proprio passato ma in grado di partecipare in modo attivo all’avanguardia artistica del nostro tempo. Questo successo non è dipeso solo dalle opere esposte ma anche da un approccio innovativo all’interpretazione, alla comunicazione e all’accoglienza".

I fatti di cronaca, se pur nella loro drammaticità, hanno confermato quanto il messaggio di denuncia di Ai Weiwei in favore dell’universo degli immigrati sia arrivato forte e chiaro. I somali che giorni fa hanno occupato, se pur per breve tempo, il cortile di Strozzi, hanno confermato di riconoscersi in quei simboli che l’artista cinese ha individuato per raccontare la loro fuga alla ricerca di un domani migliore. Ma tornando ai numeri, chi sono quei 150mila visitatori del dissidente artista cinese? Dai sondaggi distribuiti in mostra, si sa che ben il 97% del pubblico è rimasto soddisfatto di quanto visto.

Il 44% dei visitatori (oltre 60.000) ha visitato per la prima volta gli spazi espositivi di Palazzo Strozzi, in occasione della mostra Ai Weiwei. Libero, e oltre l’85% di loro dichiara di voler tornare. Importante la sinergia con altre realtà del territorio, specialmente la Galleria degli Uffizi e con il Mercato Centrale di Firenze. E molto significativa la percentuale dei turisti pari al 42%, di cui il 20% si è dichiarato “esclusivista”, ossia ha detto di essere è venuto a Firenze appositamente per visitare la mostra di Ai Weiwei.

Intanto, mentre si staccano i canotti dal bugnato e si smontano le bici delle installazioni nelle sale, è già partito il treno per la prossima mostra, che ha la vernice fissata per il 10 marzo. Stavolta tocca a quel maestro indiscusso della videoarte contemporanea che è Bill Viola, con la mostra dal titolo Rinascimento elettronico, che riunirà una retrospettiva del suo lavoro dagli anni Settanta a oggi. "La rassegna si pone come un evento unico per ripercorrere la carriera dell’artista – prosegue Galansino – in un percorso espositivo unitario tra Piano Nobile e Strozzina, attraverso suggestive esperienze di immersione tra spazio, immagine e suono e uno straordinario dialogo tra antico e contemporaneo, grazie all’inedito confronto diretto delle opere di Viola con capolavori di maestri del Rinascimento che sono stati per lui fonte di ispirazione".

Si celebra così la speciale relazione tra Bill Viola e Firenze. È qui infatti che l’artista ha iniziato la sua carriera nel campo della videoarte quando, tra il 1974 e il ’76, è stato direttore tecnico di Art/tapes/22, centro di produzione e documentazione del video. Il rapporto di Viola con la storia e l’arte è inoltre esaltato attraverso importanti collaborazioni con musei e istituzioni quali il Grande Museo del Duomo, le Gallerie degli Uffizi e il Museo di Santa Maria Novella a Firenze, ma anche con le città di Empoli e Arezzo.

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