Indagati per stupro, anche il secondo carabiniere davanti al Pm / FOTO / VIDEO

Si tratta di Pietro Costa, 32 anni. Il militare si è presentato spontaneamente per deporre. Il ministro della Difesa Pinotti: "La sospensione non basta"

Nel riquadro, Marco Camuffo

Nel riquadro, Marco Camuffo

Firenze, 12 settembre 2017 - È stato sentito per circa un'ora questo pomeriggio in procura, a Firenze, l'altro carabiniere accusato di aver stuprato due studentesse americane. Si tratta di Pietro Costa, 32 anni, carabiniere scelto nato a Palermo, presentatosi spontaneamente dal pm Ornella Galeotti, lo stesso magistrato che si occupa dell'inchiesta e da cui era andato nei giorni scorsi, per dare la sua versione dei fatti, il collega co-indagato nella stessa vicenda: Marco Camuffo, 46 anni, appuntato dell'Arma, il più alto in grado, il capo pattuglia della gazzella su cui sono salite, all’alba di giovedì scorso, le due studentesse americane che poi hanno denunciato la violenza sessuale.

Il militare, accompagnato dal suo legale, si è presentato per fornire la sua versione dei fatti al magistrato. Ieri il procuratore Giuseppe Creazzo aveva detto che se l'indagato non si fosse presentato spontaneamente sarebbe stato convocato dai magistrati. Nei giorni scorsi si era presentato per depositare spontaneamente l'appuntato scelto Marco Camuffo, pratese, separato e padre di tre figli.

Ora l'inchiesta, in attesa degli esiti sugli esami biologici, si completa dei racconti dei quattro protagonisti diretti: le ragazze con le denunce, e i carabinieri con le dichiarazioni al pm. Intanto il ministro della Difesa Roberta Pinotti ha speso parole dure a 'Porta a Porta', in onda questa sera: "Sono state fatte cose gravissime, contro regole ed etica dei carabinieri. Non ci sono attenuanti, il primo atto è stata la sospensione» dal servizio «ma penso si debba andare oltre». «Bisogna far lavorare le inchieste - ha anche detto il ministro Pinotti - ma di fronte a fatti del genere bisogna mettere in atto le azioni più forti e nette". Il ministro ritiene che l'Arma debba costituirsi parte civile: "Lo consiglierei", ha detto.

Le inchieste sono, di fatto, tre: una disciplinare, interna; una della procura di Firenze; un'altra della procura militare di Roma. Dagli accertamenti della procura di Firenze dipendono anche parte degli esiti delle altre due, in particolare se ci sia stata violenza sessuale o no nei rapporti avuti dai carabinieri con le studentesse dopo averle riaccompagnate con l'auto di servizio al palazzo del centro dove soggiornano. Di questo ha parlato anche il carabiniere che oggi è andato dal pm Galeotti.

Era accompagnato dal suo avvocato ed ha risposto alle domande. Il suo interrogatorio è durato circa un paio di ore, un po' di più di quello dell'appuntato che venerdì ha ammesso di aver avuto un rapporto sessuale, definendolo 'consenziente', con una delle due studentesse. Alla fine, il carabiniere ha lasciato il Palazzo di Giustizia da un'uscita diversa da quella del suo legale. L'inchiesta della procura avrà un prossimo impulso quando gli inquirenti potranno confrontare le dichiarazioni rese nei verbali con gli esami biologici e le analisi tossicologiche di cui gli inquirenti aspettano le relazioni dei medici legali. Uno step importante per definire se quella sera c'è stata violenza sessuale o no. Oggi il sindaco Dario Nardella ha incontrato il console americano a Firenze Benjamin Wohlauer. I due hanno parlato di questo fatto e della cospicua presenza di giovani degli Usa a Firenze per motivi di studio. Poi il sindaco Nardella, sempre a 'Porta a Porta' ha parlato di «fatto gravissimo, che sarebbe potuto accadere in qualunque altra città. Da sindaco il mio primo pensiero è andato a queste due ragazze; il dato è che loro sono le vere vittime. Al console generale degli Usa ho trasmesso il desiderio di manifestare grande vicinanza a ragazze e familiari». 

IL MINISTRO PINOTTI - "Come donna dico che quello di Firenze è un episodio di una gravità inaudita. Quando viene da due persone che portano una divisa è ancora più grave. Io ho due figlie femmine, vicine all'età di queste ragazze. Come prima reazione ho sperato che non fosse vero. E' un dispiacere immenso. Due persone che fanno questo non possono infangare il nome dell'Arma dei carabinieri che è parte lesa e vittima. Ho vissuto dolore nel vedere fango sulla divisa. E' stato qualcosa di incredibile ed increscioso".

Lo ha detto il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, a Porta a Porta in onda questa sera  in merito a quanto accaduto a Firenze. "Non ci sono attenuanti - ha aggiunto il ministro-. Non posso anticipare l'esito della commissione interna, il primo atto è stata la sospensione ma penso si debba andare oltre. Bisogna far lavorare le inchieste, ma di fronte a fatti del genere bisogna mettere in atto le azioni più forti e nette." Il ministro ha continuato sottolineando anche che "dobbiamo dare un messaggio di condanna ma anche un forte abbraccio all'Arma dei Carabinieri e a chi ogni giorno lavora per strada. Penso a tutti coloro i quali lavorano tutti i giorni al servizio della collettività e che ora stanno soffrendo nel vedere la loro divisa macchiata dal fango di questa storia. Ho sentito spesso in questi giorni il comandante generale Del Sette, quanto successo è incredibile e increscioso e non riusciamo a capirne il perche' ma resta comunque inaccettabile". Sull'ipotesi che l'Arma possa costituirsi parte civile nel processo, il ministro ha chiosato: "Lo vedranno tramite l'ufficio preposto ma se c'è la possibilità glielo consiglierei". 

Intanto mentre proseguono gli accertamenti disposti dalla procura è previsto per oggi l'arrivo a Firenze della madre di una delle giovani. Nel frattempo vanno avanti anche gli accertamenti sulle tracce biologiche repertate sul luogo della violenza, ai fini del confronto del Dna. Si attendono inoltre gli esami tossicologici sui campioni ematici prelevati alle due ragazze, essenziali per stabilire se, al momento della presunta violenza, le due ragazze fossero in condizioni di minorata difesa, dovuta all'assunzione di alcolici. 

 

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