Altro che "percezione", è boom di reati. Lo dice la Corte d'appello / VIDEO

La relazione della presidente Margherita Cassano all'inaugurazione dell'anno giudiziario. "Magistrati, attenti ai social" FOTO

Apertura dell'anno giudiziario (foto Giuseppe Cabras/New Pressphoto)

Apertura dell'anno giudiziario (foto Giuseppe Cabras/New Pressphoto)

Firenze, 27 gennaio 2018 - La conferenza distrettuale tra uffici requirenti e giudicanti di primo e secondo grado nel distretto di Firenze sta conducendo uno studio attento che mette in evidenza un netto aumento percentuale dei reati. Lo riporta il presidente della Corte di appello Margherita Cassano nella sua relazione letta all'inaugurazione dell'anno giudiziario.

"Lo studio - ha detto - mette in evidenza un +19,7% di delitti contro la vita e contro l'incolumità individuale; +30,6% i delitti contro il patrimonio mediante violenza a cose o persone; +31,8% delitti in materia di stupefacenti; +30,6% reati contro il patrimonio mediante frode; +29,5% delitti contro la libertà individuale (violenze sessuali e reati ex art. 609 ter e quater del codice penale); +41,7% reati contro la famiglia".

Lo stesso studio, fa rilevare sempre Margherita Cassano, riporta che "sono in costante aumento gli affari penali: presso la corte di appello i processi penali sono aumentati del 24,3% e nel settore di competenza della corte di assise si è registrato un aumento complessivo del 46,7% tanto più significativo laddove si consideri la tipologia dei reati di particolare allarme sociale di sua competenza".

AUMENTANO GLI OMICIDI, SOPRATTUTTO I FEMMINICIDI - "Sono aumentati i casi di omicidio volontario. Fra questi, ben 17 sono stati commessi contro vittime di sesso femminile, e il numero rende purtroppo l'immagine di un fenomeno di intollerabile drammaticità e connotato da modalità particolarmente brutali ed efferate". Lo segnala il procuratore generale di Firenze, Marcello Viola, nella sua relazione all'apertura dell'anno giudiziario. "Si tratta di una tendenza assolutamente allarmante - ha aggiunto -, che si somma a quella più generale che ha visto il reiterarsi di numerose forme di violenza, da quella psicologica e fisica a quella sessuale, dagli atti persecutori dello stalking allo stupro, che hanno riguardato un sempre più vasto numero di donne, fino appunto al femminicidio".

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE - "Sono aumentate le iscrizioni per delitti contro la pubblica amministrazione", in particolare la corruzione, "ma il dato appare tuttavia fin troppo modesto di fonte alla gravità e alla diffusione del fenomeno, come comunemente percepito, tale da dover essere qualificato come una vera e propria emergenza, dovendosi ritenere che oltre ai casi accertati ne sia stata commessa tutta una serie di altri analoghi, sfuggiti alle indagini". Così il procuratore generale Viola in un passaggio della sua relazione. Viola, citando anche Papa Francesco, ha parlato di "dimensione colpevolmente sottovalutata laddove si pensi che, secondo stime di Confindustria, la corruzione è un fenomeno che ha un impatto sul Pil prossimo all'1 per cento, che scoraggia investimenti dall'estero e costa all'erario miliardi di euro". "Ma il grave - ha puntualizzato - è che non si tratta di occasionali ed episodiche violazioni delle legge penale, bensì di un vero e proprio sistema, di una sorta di connotazione permanente del nostro assetto sociale. che dimostra quanto poco radicato sia il rispetto delle regole, quanto inefficace sia lo stesso processo penale, da solo, per porre un limite alla corruzione".

Viola ha anche detto che «sono in complessiva crescita i reati in materia di inquinamento ambientale". Tra questi il pg evidenzia gli incendi boschivi e in particolare quelli avvenuti nella provincia di Grosseto e all'isola d'Elba. "Seppur in leggero calo - ha continuato - sono ancora numerosi nel distretto gli infortuni, anche mortali sul lavoro".

CRIMINALITA' CINESE - "Pur in assenza di insediamenti tipici di cellule territoriali delle mafie tradizionali, l'andamento dei fenomeni criminali nel territorio della Toscana conferma l'esistenza di un quadro variegato di attività criminali organizzate che impatta su diversi settori dell'economia e dell'imprenditoria". Lo ha detto, nella sua relazione, il procuratore generale presso la corte d'appello di Firenze, Marcello Viola, che ha citato la recente operazione "China Truck" nei confronti della criminalità organizzata cinese: riconosciuta come associazione di stampo mafioso, e' stata inserita tra le "nuove mafie". "Tra tutte", ha aggiunto Viola, "la criminalità organizzata cinese, forte di una consolidata e numerosa presenza sul territorio, in grado di esercitare un incisivo controllo sulla propria comunita', si conferma, in talune zone del territorio, principalmente Prato e Firenze, il fenomeno piu' pervasivo e difficile da contrastare".

I POPULISMI - "Nel settore del diritto penale sostanziale è necessario distinguere il piano della prevenzione da quello penale" e anche "rifuggire dalla tentazione di utilizzare il diritto penale in chiave meramente simbolica per tacitare pulsioni populistiche nonché di introdurre deroghe ai principi costituzionali della responsabilità penale personale".

Così, in alcuni passaggi della sua relazione, il presidente della Corte di appello di Firenze Margherita Cassano, che ha aggiunto anche le necessità di "prevedere una gamma più ampia e differenziata di sanzioni" e di "definire una strategia di contrasto ai benefici economici derivanti dal reato".

"In campo civile - ha anche detto Cassano - occorre il coinvolgimento dell'Avvocatura nella ricerca di forme di mediazione idonee ad evitare l'instaurazione del processo civile per le liti più banali nella consapevolezza che le risorse per la giustizia non sono illimitate e che il mantenimento dell'attuale situazione rischia di determinare una inaccettabile dicotomia tra quanti - le parti più forti - ricorrono a lodi arbitrali per avere in tempi celeri una risposta e quanti, invece, non possono permettersi forme di giustizia negoziata".

ATTENTI AI SOCIAL - "Le vicende che hanno riguardato alcuni magistrati in servizio nel distretto dimostrano che deve essere sempre mantenuta alta l'attenzione sugli aspetti deontologici e professionali", ha detto Margherita Cassano nel suo intervento. "Una corretta amministrazione della giustizia ha bisogno di magistrati che, consapevoli del delicato e difficile compito ad essi attribuito, inverino i principi costituzionali di soggezione esclusiva alla legge, di autonomia ed indipendenza non quale prerogativa di casta, bensi' quali presupposti dell'imparziale applicazione della legge e, quindi dell'uguaglianza dei cittadini dinanzi ad essa".

Il procuratore generale Marcello Viola ha poi richiamato i magistrati sull'uso "prudente" dei social network "evitando qualsivoglia esternazione che possa essere idonea a ledere la credibilita' personale e della magistratura intera".

CREAZZO - "La Toscana è terra di conquista per le organizzazioni mafiose, sia quelle classiche sia per le cosiddette nuove mafie. Pur se mancano fenomeni eclatanti di esternazione del potere mafioso e di controllo del territorio, fenomeni dai quali la regione Toscana appare ancora immune, non può che guardarsi con apprensione al moltiplicarsi di esempi di infiltrazione», e «Cosa Nostra, 'ndrangheta e camorra risultano ben presenti nel variegato quadro criminale che agisce in Toscana". Lo scrive il procuratore distrettuale antimafia di Firenze, Giuseppe Creazzo, nella relazione all'anno giudiziario 2018 affrontando il tema delle mafie.

Infiltrazioni "che realizzano l'output fisiologico di ogni organizzazione mafiosa - aggiunge - quello della riemersione dei capitali e della trasformazione degli stessi, a fini di dissimulazione delle origini di essi, in attività lecite». «Capitali ingentissimi, accumulati attraverso le molteplici attività delittuose - prosegue il procuratore capo di Firenze -, quali il traffico internazionale di stupefacenti, le estorsioni, il gioco d'azzardo, il traffico di rifiuti, il traffico di merci contraffatte, lo sfruttamento della prostituzione e altri». «Quanto al radicamento sociale delle mafie - osserva ancora Creazzo -, non risultano evidenze che depongano per l'esistenza di cellule territoriali nella forma tipica organizzativa presente in altre parti del Paese. Ciò perché a livello sociale sembra che la penetrazione culturale mafiosa, elemento essenziale per l'attecchimento nelle comunità, incontri robuste resistenze".

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