Vino adulterato e venduto per doc in Costa Rica, "Lì sono meno esperti" / VIDEO

L'inchiesta dei carabinieri. L'organizzazione, secondo gli investigatori, puntava a commerciare anche in altri Paesi. Arresti e sequestri

Un momento dell'operazione del Nas

Un momento dell'operazione del Nas

Firenze, 21 dicembre 2016 - Il capo d'accusa è pesante. Aver prodotto del vino adulterato, con alcol aggiunto per aumentarne la gradazione. E aver poi venduto il tutto sui mercati internazionali, in particolare in Costa Rica, "dove i consumatori, meno esperti, più difficilmente potevano accorgersi della falsificazione". E' vasta e parte da Empoli l'inchiesta del comando dei carabinieri per la tutela della salute di Roma e dal Nas di Firenze.

In tutto sono tre le persone finite ai domiciliari, tra cui il titolare di un'azienda di Empoli. Dieci in tutto gli indagati, tra loro anche persone che già erano iscritte nel registro per l'inchiesta sul caporalato nella produzione di olio e vino.La presunta falsificazione danneggia tremendamente le grandi etichette, i famosi supertuscan, come Brunello di Montalcino e Chianti. E i produttori reagiscono con accorgimenti anti-falsificazione. Tutto parte appunto in febbraio da Empoli. Qui un'azienda agricola avrebbe confezionato il vino adulterato.

Stoccandolo poi in magazzini di Lazio e Emilia Romagna riconducibili agli indagati. Da qui la spedizione in Costa Rica. A curare gli invii era un'azienda di import-export di Roma. Il destinatario in Costa Rica era una società del posto, avente però domicilio fiscale a Roma, il cui nome secondo quanto appreso è già emerso nelle carte dell'inchiesta Mafia Capitale. Secondo gli investigatori l'organizzazione puntava in alto, ovvero ad allargare il mercato internazionale anche ad altri Paesi come gli Stati Uniti. La prima segnalazione fu fatta a Firenze da un ristoratore che si era accorto che quel vino pregiato aveva qualcosa di strano. Nella ditta sono stati sequestrati tra l'altro circa 9 mila litri di vino rosso pronto per essere imbottigliato e un centinaio di bottiglie già confezionate.

Non si è fatta attendere la reazione dei produttori di vino toscani. Che si difendono grazie a etichette speciali e altri accorgimenti. Ma che sottolineano come sia sempre importante segnalare il vino sospetto.