Ultras pisani teppisti, violenti ma non pericolosi. Ecco perché sono liberi

Hanno scatenato il caos a Empoli ma non conta

Screenshot dal video dei tafferugli tra tifosi del Pisa e Polizia sulla Toscoromagnola

Screenshot dal video dei tafferugli tra tifosi del Pisa e Polizia sulla Toscoromagnola

Empoli, 23 settembre 2016 -  «NON APPAIONO essere soggetti di particolare pericolosità sociale, essendo il fatto legato esclusivamente al tifo calcistico». Ecco perché gli otto ultras del Pisa – per i quali il pm Giovanni Solinas aveva chiesto la custodia cautelare in carcere per quattro e domiciliari per i restanti – sono tornati a casa. Tranquilli e beati, sostenuti pure dai colleghi di fede pronti a battersi per loro a suon di comunicati e note. Sul groppone, gli arrestati hanno ognuno il suo Daspo (cinque anni a testa tranne due recidivi che torneranno sugli spalti tra otto anni), ma niente più. Aspettando il 3 novembre, data del processo al palagiustizia di Firenze. A deciderlo è stato il giudice monocratico Sabrina Gallini, convinta che sì gli arresti meritassero convalida ma che no, le richieste del pm non meritassero di essere accolte. Ad avvalorare la sua tesi pure il fatto che «solo uno ha un precedente penale, mentre gli altri sono incensurati e soltanto due hanno carichi pendenti», e che «tutti hanno stabili dimore e lavorano o hanno perso il lavoro da poco». Insomma, son gente tranquilla. Anche se hanno «aggredito gli agenti», a uno dei quali provocando «visibili lesioni all’occhio». Senza dimenticare il «sasso contro una vettura di servizio».

UNA LETTURA, quella offerta dal giudice, che non ha convinto il procuratore Giuseppe Creazzo: tant’è che la procura ha deciso di presentare ricorso in appello al tribunale del Riesame. Un atto, l’impugnazione, da considerarsi fisiologico nel dialogo procura-tribunale. Tuttavia denuncia una volontà di far valere ragioni che si ritengono assai fondate e poco ‘comprese’. Le stesse alla base delle richieste presentate dal pm Solinas nei confronti degli ultras all’assalto di bresciani e polizia sulla Tosco Romagnola a Empoli. Tutti accusati a vario titolo di resistenza, danneggiamento e lesioni a pubblico ufficiale, «con le aggravanti del fatto commesso contro agenti di pubblica sicurezza nell’adempimento dei doveri d’ufficio, dei futili motivi (ossia ragioni di tifoseria), del travisamento, dell’uso delle armi e delle più persone riunite», scrive la procura. Con loro, di età tra i 19 e i 38 anni, c’erano gli altri 84, denunciati per resistenza e violenza in concorso a pubblico ufficiale.