Ordigno al ristorante, l’ombra della malavita

Esplosione all’alba danneggia l’ingresso di un locale di Porta al Prato Il titolare: "Mai ricevuto minacce". Ma potrebbe indagare l’antimafia

Il sopralluogo dei carabinieri dopo l'esplosione

Il sopralluogo dei carabinieri dopo l'esplosione

Firenze, 24 febbario 2021 - « Non ho mai ricevuto minacce. Mai una richiesta di denaro o un’estorsione. Non ho mai litigato con nessuno...". Luigi C. ha 37 anni, da quattro ha lasciato Salerno, dove è nato, per trasferirsi a Firenze. Dodici mesi fa, ha aperto una pizzeria di fronte alla Leopolda. Ieri mattina, intorno alle 4, un boato ha svegliato Porta al Prato: era l’esplosione di un ordigno, confezionato artigianalmente, che ha sconquassato il bandone di "Pizza, cozze e babà" e infranto la porta in vetro. I carabinieri sono al lavoro e prendono seriamente in considerazione l’accaduto, perché di storie come questa, che assomigliano tanto a un avvertimento, non ne accadono spesso, a queste latitudini. L’ombra del pizzo, o di un messaggio in stile mafioso, si allunga pericolosamente su un’attività avviata nel momento più nefasto, su un comparto che annaspa e più in generale su una Firenze che sta pagando un dazio carissimo per la pandemia. Il procuratore Giuseppe Creazzo sta valutando se affidare l’indagine a un pm della Dda, la direzione distrettuale antimafia. "Da un anno a questa parte il lavoro è stato poco - dice ancora il titolare della pizzeria -, in questo periodo stiamo andando avanti con l’asporto, ma al minimo. Riapriremo? Certo, sì, andiamo avanti, ma prima dobbiamo rimettere questo danno, chiamare l’assicurazione...". Posizione strategica, vicina alla stazione ferroviaria e alla fermata della tramvia, prossima alle Cascine e al padiglione famoso per gli eventi della politica, il locale porta l’insegna di una catena nata in Campania e approdata in altre città del nord. Le ambizioni dell’apertura, a febbraio 2020, hanno dovuto fare subito i conti con il primo lockdown, poi la seconda ondata e il ’semaforo’ che fa aprire i ristoranti a intermittenza. E gli affari non sono certo stati quelli auspicati. Ma quel botto cosa significa? L’ordigno, secondo i carabinieri, sarebbe una specie di "cipolla" assemblata con polvere da sparo e benzina. L’esplosione, che nel silenzio delle prime ore del mattino è stata udita anche a una certa distanza, oltre a danneggiare la saracinesca ha annerito le pareti. L’ingresso del ristorante è posizionato al termine di un vialetto, riparato rispetto alla strada. Probabile che il posizionamento della ’bomba’ possa essere passato inosservato, considerata anche l’ora, le 4.20 circa. Ma il poco movimento nelle strade a quell’ora - vige il coprifuoco - potrebbe essere anche d’aiuto agli inquirenti, che stanno acquisendo i filmati di tante telecamere presenti in zona che possono aver ripreso qualcosa.