Se Roma dimentica il caso Prato

Il commento

Aldo Milone

Aldo Milone

Prato, 31 agosto 2017 - UN’ALTRA tragedia, anche questa annunciata più volte dal sottoscritto, che ha provocato la morte di due operai, clandestini, cinesi in un laboratorio in un’abitazione e non in un capannone come era successo il 1 dicembre del 2013. Allora i morti furono 7. In più occasioni in questi ultimi anni avevo avuto modo di lanciare un allarme per lo spostamento dai capannoni alle abitazioni delle confezioni cinesi. Questa era anche fantasma nel senso che non risultava iscritta alla Camera di Commercio. La tragedia del 1 dicembre ebbe anche un’eco mondiale e sembrava che il Governo volesse affrontare una volta per sempre questo fenomeno dell’illegalità cinese presente soprattutto nella città di Prato. Di questo fenomeno, per la verità, i vari Governi ne erano a conoscenza però nessuno ha mai voluto affrontarlo e debellarlo in maniera definitiva. Soprattutto i Governi degli ultimi 7/8 anni. Diversi dossier sono stati inoltrati a Roma e forse mai letti. Toglierei anche il forse. Io ho avuto sempre la sensazione che gli investimenti cinesi nel nostro Paese e l’acquisto di titoli di Stato da parte del Governo di Pechino impedissero qualsiasi iniziativa da parte del nostro Governo per combattere l’illegalità cinese. Anzi credo che ci sia proprio una volontà politica nel far prosperare questa illegalità in città. Forse si aspetterà la prossima tragedia che potrebbe verificarsi negli appartamenti sovraffollati quando scoppierà una bombola di gas? Ci saranno anche in questo caso le solite parole di circostanza per lasciare tutto come prima.

FACCIO NOTARE la mancata collaborazione della comunità orientale e delle loro autorità consolari e poi parliamo di integrazione? Un altro fenomeno che sta emergendo in maniera preponderante è l’aumento esponenziale, in termini di residenti, sempre della popolazione cinese. Ad oggi sono circa 20.000 con una crescita di 2.000 all’anno. Se questa crescita dovesse aumentare nei prossimi anni, prevedo una presenza in città, tra l’altro molto giovane, del 50% dei residenti tra circa 10/15 anni di cittadini orientali. Sarebbe questa una vera anomalia mondiale e con un processo di integrazione che finora è fallito nonostante la presenza quasi maggioritaria di studenti cinesi in alcuni istituti scolastici. Non c’è una volontà del Governo romano di voler affrontare queste due enormi problematiche anzi sembra che ci sia quasi una sorta di cessione di Prato in cambio di ulteriori investimenti. Investimenti che stanno, tra l’altro, toccando anche settori strategici italiani con il rischio di perdere il controllo di importanti rami della nostra economia.

* Capogruppo Prato libera e sicura