Il fascino del mercato nel 'Campo'

Il commento

Titti Giuliani Foti

Titti Giuliani Foti

Siena, 7 dicembre 2016 - E’ accaduto uno strano pseudo-miracolo. Per la prima volta un mercatino non mi ha riempito la casa di cianfrusaglie. Pensieri pesanti, e sopra pensieri leggeri. E’ accaduto a me, domenica a Siena al Mercato nel Campo. Partendo da Firenze, dove i mercati si sprecano e alla fine sono un’accozzaglia di banchi senza, diciamo, una logica. Ammesso che per un mercato sia richiesta.

A Siena ho trovato qualcosa di unico, quasi un incontro culturale mascherato da mercato: ho visto il rispetto assoluto del luogo, cioè Piazza del Campo. I banchi degli espositori tutti in legno, con una tenda di stoffa bianca come tetto. Nessun pugno nell’occhio, anzi. Un’immagine in armonia tra luogo e persone che vendono in una piazza tra le più famose del mondo. Piazza non offesa da carabattole usa e getta e nella sua bellezza. Non so quante persone ci fossero domenica, ma Piazza del Campo era piena zeppa di una folla bella, ordinata, motivata, interessata a quello che acquistava.

Tra i banchi dei formaggi che prendono sapore dalle foglie di castagno o dalle amarene, l’aceto balsamico alle ciliegie, i prodotti tipici senesi e oggetti scelti fatti a mano. Una qualità altissima di produttori e di cibi preparati artigianalmente si trovavano in piazza a prezzi più che accessibili. Oggi che si ciancia tanto di chilometri zero e genuinità, che ci si riempie la bocca con parole come qualità e Dop, siamo sicuri che una realtà vicina e accessibile esiste ed è alla portata di tutti.

Puoi girellare distratta e divertirti in un mercatino dove chi produce racconta quel che sa sul pecorino o come si fa la mostarda o si preparano le olive. A Siena lo spettacolo non gridato dei piatti cucinati inchioda migliaia di persone sotto una tenda davanti al municipio. Prima o poi accadrà, la rivoluzione dei mercatini sarà portata a termine dalla nostra coscienza collettiva, una storia, ma soprattutto un metodo.