La piaga dei ‘furbetti’ al volante

La Nazione risponde ai lettori

Alessandro Antico

Alessandro Antico

Firenze, 25 luglio 2017 - Leggo quasi ogni giorno di autisti di pullman e camionisti che ‘truccano’ i congegni di guida per alterare il calcolo dei tempi trascorsi al volante. Mi rendo conto che il nostro paese è pieno di incoscienti! Ma come si fa a non rendersi conto che sulle strade si può morire? Paolo Lucidi, Arezzo ​

Caro signor Lucidi, il tema della sicurezza stradale ricorre molto spesso nelle nostre cronache, come lei stesso ha sottolineato. Da un lato la cosa ci fa piacere, perché significa che l’argomento è di grande interesse e che il nostro giornale lo affronta in maniera completa e costante. Da un altro lato, invece, non possiamo che essere preoccupati, perché la frequenza con cui i ‘furbetti della scatola nera’ vengono beccati dalla polizia stradale è davvero impressionante. Accade ogni giorno, o quasi. C’è poco da star tranquilli.  Molto spesso ci imbattiamo nella notizia di pullman non a norma che trasportano studenti in gita scolastica; altre volte leggiamo invece di tir con calamite nel vano motore per impedire la registrazione dei dati di bordo, così da poter guidare un autotreno senza limiti di tempo. Si tratta di episodi gravissimi, è vero, perché mettono a rischio l’incolumità di un sacco di persone. Il tutto a vantaggio di cosa? Del tempo che è denaro, del tempo che è tiranno, della frenesia, della scellerataggine. Non occorre un omicidio stradale (e per fortuna adesso c’è anche una legge in materia) per capire che al volante non si scherza. Mai.