Riaperto il dossier stragi del '44, chi è l'avvocato che ha vinto alla Consulta: Joachim Lau, tedesco anti-tedesco di Talla. Riparte la corsa ai risarcimenti

Una contesa giuridica che comincia col caso di Enzo Ferrini, deportato tallese. Dalla cassazione alla corte costituzionale il principio è sempre lo stesso: niente immunità degli stati quando ci sono crimini contro l'umanità. Ma in mezzo c'è la sentenza dell'Aja. SU LA NAZIONE OGGI IN EDICOLA E SU EDICOLA ON LINE

L'avvocato Joachim Lau

L'avvocato Joachim Lau

Arezzo, 24 ottobre 2014 - E’ LUI, UN TEDESCO di Talla, la bestia nera della Germania. Si chiama Joachim Lau, fa l’avvocato, è laureato nella stessa università in cui ha studiato il ministro degli esteri della Repubblica Federale, il socialdemocratico Franck Walter Steinmeier, che non più tardi del 29 giugno scorso si è presentato a Civitella, come pellegrino e penitente di pace nel settantesimo anniversario della strage. Abbiamo avuto gli stessi maestri, scrisse allora Lau contestando il viaggio del connazionale ministro, ma evidentemente le nostre concezioni del diritto sono radicalmente opposte. Lo ha dimostrato presentando e vincendo il ricorso alla corte costituzionale che da ieri campeggia sulle prime pagine di siti e quotidiani, nonchè nei titoli dei telegiornali, un verdetto che dispiacerà per primo proprio a Steinmeier. Se non altro perchè riapre un dossier stragi (ci sono centinaia di vittime solo nell’aretino, una delle provincia più colpite dalla politica del terrore nazista contro la popolazione civile) che la Germania era convinta di aver definitivamente archiviato con la sentenza della Corte Internazionale dell’Aja del f3 ebbraio 2012. Invece no, perchè mercoledì sera, mentre gli italiani guardavano la Juve in Tv, la Consulta ha diffuso le motivazioni di un verdetto che dichiara parzialmente incostituzionale proprio la legge con cui l’Italia aveva recepito la decisione dell’Aja. Vale il principio dell’immunità degli stati, avevano stabilito i giudici della Corte Internazionale. No, ribaltano le carte i nostri giudici costituzionali: l’immunità (cioè l’ingiudicabilità) degli stati non può essere invocata in presenza di crimini contro l’umanità come i grandi massacri della seconda guerra mondiale. Più o meno lo stesso principio che la corte di cassazione aveva invocato nel marzo 2004 a proposito del caso Ferrini, un deportato di Talla che aveva fatto causa alla Germania in tutti i gradi e i luoghi di giudizio, perdendo sempre tranne che all’ultima tappa dinanzi alla Suprema Corte, con quello che all’epoca fu un verdetto storico. EBBENE, L’AVVOCATO di quel processo Ferrini, come adesso di quello dinanzi alla Consulta, è sempre lo stesso e si chiama appunto Jaochim Lau. Tutto, anzi, è cominciato proprio con Ferrini, anziano signore casentinese morto da qualche anno, che nel 1944 era un ragazzo razziato dai tedeschi durante il passaggio del fronte e spedito in Germania a costruire aerei per la macchina da guerra nazista. Dietro l’ostinazione del tallese nel perseguire i propri diritti non è difficile intuire quella del suo avvocato, uno dei tedeschi più anti-tedeschi che sia dato di conoscere. Intendiamoci, lui ama la sua Germania, per quanto da anni si divida fra Talla e lo studio legale di Firenze, parla con inconfondibile accento teutonico ma è da sempre avversario dichiarato della politica tedesca nel risarcire i danni di guerra. CON LA SENTENZA Ferrini, Lau aprì le acque del giudizio. Perchè fu nel solco di quel precedente giuridico che vennero le citazioni in giudizio della Germania nei processi davanti alla giustizia militare italiana per le grandi stragi, tra cui quelle aretini di Civitella, San Polo e Vallucciole. Civitella, anzi, fu il primo caso (nel collegio giudicante c’era il magistrato aretino Pier Giorgio Ponticelli) in cui la Repubblica Federale fu condannata a pagare i danni. E da lì nacque la reazione tedesca che portò fino alla sentenza dell’Aja. Ora la Consulta rovescia ancora la giurisprudenza e riapre l’ipotesi dei risarcimenti per la stessa Civitella (lì si era già in fase esecutiva) e per Vallucciole (solo sentenza di primo grado, poi cambiata dalla legge ora dichiarata incostituzionale). Un altro aretino, l’avvocato Roberto Alboni, annuncia adesso l’intenzione di procedere contro la Germania per ottenere la liquidazione dei danni su Civitella. Ma alla base di tutto c’è sempre Lau, il tedesco anti-tedesco che si batte contro il suo paese d’origine e vince, anche dinanzi alla Consulta, quando nessuno se lo aspetta più. «E’ un principio di diritto, ne usufruiranno anche i tedeschi», commenta adesso. Ma c’è dubitare dell’entusiasmo della Germania e di Steinmeier, lo studente con gli stessi professori di Joachim Lau.

Salvatore Mannino